Il Cairo (Agenzia Fides) – I familiari dei cristiani copti trucidati nel febbraio 2015 da jihadisti legati al sedicente Stato Islamico continuano a ricevere ogni mese l’assegno pensionistico che lo Stato egiziano riserva alle vittime del terrorismo e ai membri degli apparati militari e di sicurezza che cadono nello svolgimento del loro lavoro. Tale assegno ha avuto nel corso degli anni un aumento consistente, passando da 1500 a 3555 lire egiziane mensili. La misura è stata confermata dalla dottoressa Nevin al Kabbaj, Ministra egiziana per la solidarietà sociale, che è anche Direttore esecutivo del Fondo speciale creato per onorare i caduti e i dispersi in operazioni di sicurezza o a causa di atti terroristici. Il sussidio pensionistico – ha assicurato la ministra - verrà corrisposto alle famiglie dei 20 copti egiziani e anche a quella del compagno di lavoro ghanese Luke Najat Anis, che condivise con loro la stessa sorte e lo stesso martirio.
La decisione politica di assicurare alle famiglie dei martiri copti di Libia un contributo finanziario una tantum di 100mila lire egiziane e poi sussidio pensionistico mensile di 1500 lire pagati dallo Stato egiziano era maturata già nel 2015. In un primo tempo, la famiglia del martire ghanese era stata esclusa per mancanza di documentazione. Adesso l’erogazione dei sussidi pensionistici alle famiglie dei martiri di Libia viene applicata in base ai parametri disposti dalla Legge n. 16 del 2018 che regola la gestione del fondo onorario creato a favore dei congiunti delle vittime cadute a causa di operazioni militari, terroristiche e di sicurezza.
I 20 copti egiziani e il loro compagno di lavoro ghanese furono rapiti in Libia all'inizio di gennaio 2015. Il video della loro decapitazione fu messo in rete dai siti jihadisti il 15 febbraio successivo. I resti mortali dei copti uccisi in Libia furono individuati alla fine di settembre 2017 in una fossa comune sulla costa libica, presso la città di Sirte. I loro corpi furono rinvenuti con le mani legate dietro alla schiena, vestiti con le stesse tute color arancione che indossavano nel macabro video filmato dai carnefici al momento della loro decapitazione. Nel video della loro esecuzione, si vide con chiarezza che molti dei martiri, nel momento in cui venivano barbaramente trucidati, sussurravano le parole ‘Signore Gesù Cristo’.
Lo scorso anno, in un video-messaggio inviato alla "Giornata dei Martiri contemporanei” organizzata dalla Diocesi copta ortodossa di Londra in occasione del VI anniversario dell’eccidio, anche Papa Francesco ha ricordato che i Martiri copti di Libia “Morivano dicendo: ‘Signore Gesù!’, confessando il nome di Gesù” mentre venivano sgozzati. Così – ha aggiunto in quell’occasione il Vescovo di Roma - “hanno ricevuto il dono più grande che possa ricevere un cristiano: la testimonianza di Gesù Cristo fino a dare la vita”. Per questo adesso “Sono i nostri Santi, Santi di tutti i cristiani, Santi di tutte le confessioni e tradizioni cristiane. Sono coloro che hanno imbiancato la loro vita nel sangue dell’Agnello”, mentre erano parte “del popolo di Dio, del popolo fedele di Dio”. (GV) (Agenzia Fides 12/3/2022)