del Cardinale Dominique Joseph Mathieu OfmConv*
Teheran (Agenzia Fides) - Uno dei sistemi di trasporto pubblico delle città è la metropolitana. Quella di Teheran comprende sette linee, con 160 stazioni su una lunghezza complessiva di 292,1 km, dei quali 67,5 km fanno parte di una linea di treni suburbani.
La metropolitana a Teheran è entrata in funzione il 7 marzo 1999 e oggi è utilizzata in media da 2,5 milioni di pendolari al giorno.
Sono in corso lavori di ampliamento su tutte le linee, in direzione nord-ovest (tre nuove stazioni intermedie) e sud-est (una stazione aggiuntiva) per la linea 6, di colore rosa. È stata inaugurata nel 2019 e conta 25 stazioni attive su 32,5 km. Una volta completata, dovrebbe estendersi per 38 km con 32 stazioni.
La stazione “Maryam-e Moghaddas (Shahid Nejatollahi)”, situata a 34 metri sotto terra, sarà inaugurata a breve. Data la sua posizione unica sull'asse orizzontale al centro della linea 6, è considerata una stazione di rilievo.
Per quanto riguarda il nome della stazione, il direttore del Centro per le comunicazioni e gli affari internazionali di Teheran, Amir Mohammadkhani, spiega che, data la vicinanza della cattedrale armena apostolica, rappresenta in omaggio alla comunità cristiana armena, nonché all'alto rango di Maria.
Il nome di “Santa Maria” è stato suggerito dall'Amministrazione comunale e approvato dalle autorità competenti. Ciò manifesta, secondo Mohammadkhani, l'attenzione del Comune di Teheran per la diversità culturale e religiosa nella capitale.
Al momento della sua realizzazione, la stazione portava il nome di Shahid Nejatollahi, uno studente iraniano di nome Kamran, ucciso dalle forze del regime precedente durante il sit-in degli studenti nel 1979. Il suo cognome significa “saluto di Dio” e il termine “Shahid” indica una persona uccisa per la sua fede, un martire.
La stazione si trova accanto al centro religioso della suddetta comunità armena, con il parco Sainte-Marie adiacente al loro centro culturale, e al di là del viale Karim Khan Zand del distretto 6, la chiesa cattedrale di San Sarkis, unica chiesa sempre aperta anche al di fuori delle celebrazioni liturgiche.
Tra le minoranze religiose che godono della libertà di culto in Iran, i cristiani armeni sono i più numerosi, con circa 120.000-150.000 componenti secondo alcune fonti e 355.000 secondo altre. 75.000 armeni si trovano a Teheran. Due dei cinque seggi riservati alle minoranze religiose nel Parlamento iraniano spettano a loro, e sono l'unica minoranza con status di “osservatore” presso il Consiglio di discernimento del Guardiano e il Consiglio di discernimento delle Opportunità.
L'Iran e l'Armenia intrattengono legami culturali storici millenari. La loro relazione riveste un'importanza strategica per l'Iran, poiché il suo corridoio nord-sud è una via di passaggio indispensabile per raggiungere i mercati dei Paesi che si affacciano sul Mar Nero. Il recente trattato di pace tra l'Armenia - il cui primo ministro è in conflitto con il Patriarca apostolico armeno - e l'Azerbaigian, sotto l'egida degli Stati Uniti, minaccia questa via commerciale.
L'esterno della stazione, e il portale d’ingresso principale, è realizzato in pietra bianca e vetrate in stile romanico per armonizzarsi con la facciata della chiesa di San Sarkis di fronte. Sopra tre vetrate, compresa quella d'ingresso, sono incisi in persiano e in inglese il nome principale e quello secondario della stazione, nonché il numero della linea. Dietro la vetrata di fronte alla chiesa di San Sarkis sarà svelata, il giorno dell'inaugurazione, una statua in pietra alta 2,30 m, raffigurante la Madonna in piedi con il bambino Gesù sul braccio sinistro. Il costo è stato sostenuto da un benefattore della comunità armena.
All'interno, sopra la prima rampa nel seminterrato della stazione, è incisa, come in tutte le stazioni della rete, la scritta persiana “Nel nome di Dio”, ma qui si trova anche la sua traduzione in inglese, armeno e arabo su uno sfondo rosso-ocra. Secondo il sindaco Alireza Zakani, la stazione, il cui design incorpora luce, archi e uno spazio sotterraneo silenzioso, combina la delicatezza dell'architettura delle chiese con la calma geometrica dell'architettura iraniana. Secondo lui la stazione evoca anche la donna divina che risvegliò il mondo con la sua purezza e nutrendo un grande profeta.
L'interno della stazione, simile all'architettura interna di una chiesa armena, è decorato con bassorilievi raffiguranti Gesù e Maria, nonché simboli presi in prestito dalla chiesa di San Sarkis, in onore della sua comunità. Le autorità municipali considerano quest'opera d'arte, gestita dall'Organizzazione Municipale per l'Arte Urbana e l'Abbellimento, come una celebrazione dell'identità multireligiosa di Teheran attraverso i suoi spazi pubblici.
Scendendo nel sottosuolo, collegato da scale mobili e scale, dei testi sotto i portici accompagnano i pendolari. Gli archi bianchi delle pareti e dei soffitti, le sfumature di blu delle volte e delle cupole delle piattaforme intermedie, si ispirano ai colori attribuiti a Maria.
Al primo ponte, una dichiarazione della Guida Suprema, incisa su una targa argentata, adorna la parete di fronte alle scale. Riguarda il “Profeta Gesù” e recita: «Gesù Cristo (la pace sia con lui) non ha esitato un istante a combattere il male e a invocare la bontà durante tutto il suo soggiorno tra gli esseri umani».
Un piano più in basso, due targhe argentate al centro di due arcate centrali riprendono le dichiarazioni della Guida Suprema su Gesù: «Il messaggio di Gesù Cristo (la pace sia con lui) era quello di liberare l'umanità dall'oscurità, dall'ignoranza, dalla corruzione, dalla privazione e dalla discriminazione». Così è scritto a sinistra, mentre a destra si legge: «Gesù, figlio di Maria (la pace sia con lui), era l'araldo della misericordia divina, della benedizione e della guida per tutta l'umanità».
Al centro di un grande arco centrale del livello successivo, un medaglione con un particolare effetto luminoso riprende, su una lamina metallica, i versetti 29-34 della sura 19 del Corano su Maria:
- (29) Allora lei fece un cenno verso di lui [il bambino]. Essi dissero: «Come potremmo parlare a un bambino nella culla?».
- (30) Ma (il bambino) disse: «Io sono davvero il servo di Allah. Egli mi ha dato il Libro e mi ha designato Profeta.
- (31) Ovunque io sia, Egli mi ha reso benedetto; e mi ha raccomandato, finché vivrò, la preghiera e la Zakat;
- (32) e la bontà verso mia madre. Egli non mi ha reso né violento né infelice.
- (33) E che la pace sia su di me il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morirò e il giorno in cui sarò resuscitato vivo».
- (34) Questo è 'Isa (Gesù), figlio di Maryam (Maria): parola di verità, di cui essi dubitano.
Il foyer evoca i segni e le tracce dell'architettura e dell'atmosfera di una chiesa. L'uso di un'illuminazione blu chiaro per il soffitto della sala biglietteria rafforza la sensazione di pace per i pendolari.
Rilievi che combinano architettura, simbolismo cristiano e musulmano, arte floreale e poesia persiana, sono situati all'altezza delle rampe di accesso ai treni della metropolitana.
Un bassorilievo, all'altezza della sala biglietteria, raffigura Gesù con l'aureola, le braccia aperte e le mani rivolte verso il basso, che cammina su onde d'acqua bluastre. La sua tunica pieghettata forma delle onde dietro di lui. Il suo sguardo, nonostante gli occhi chiusi, è rivolto verso l'infinito. Nella diagonale superiore sinistra e inferiore destra della figura cruciforme di Gesù sono rappresentate forme geometriche stellari. Sulla destra sono incise, da destra a sinistra, due strofe di una poesia di Hafez:
«Rallegrati, o mio cuore, il soffio del Messia è vicino, dal suo dolce respiro emana il profumo dell'Unico che si avvicina. Non lamentarti per il dolore della separazione, perché la notte scorsa ho consultato gli oracoli e il nome di un Soccorritore è stata la risposta», Abû Bakr Ibn Abî Ad-Dunyâ riporta da Bikr Ibn ‘Abd Allah Al-Mazani: «Gli apostoli persero il loro profeta ‘Îsâ e fu loro detto: “Dirigetevi verso il mare”. Si misero quindi in cammino e quando arrivarono al mare lo videro camminare sull'acqua, lasciandosi sollevare e abbassare dalle onde. Indossava un telo, metà del quale copriva la parte superiore del suo corpo e l'altra metà la parte inferiore, e camminava nella loro direzione».
Due coppie di bassorilievi si trovano di fronte alle banchine della metropolitana.
Un bassorilievo raffigura, su uno sfondo con due linee ondulate che salgono verso sinistra, le montagne che sovrastano Teheran. Ai lati ci sono alberi verdeggianti, quello di destra un po' più folto, che sembra appartenere alla famiglia dei cipressi. Antico simbolo significativo della Persia, dell'arte, della letteratura e della cultura islamica, con la sua natura sempreverde, la sua rettitudine e la sua crescita vertiginosa, rappresenta spesso l'immortalità, la vita eterna, la libertà.
A sinistra, in grigio, la cattedrale armena apostolica, con le sue tre tipiche torri coniche, di cui le due più basse, sotto le cime delle montagne, sono sormontate da un globo con un'ancora (croce su mezzaluna), e la più alta, che punta alla cima superiore delle montagne, ha una croce sopra la curva convessa che delimita la montagna e il cielo. Le sue due porte sono scure, solo il portale centrale ha gradini di accesso diagonali verso il centro del pannello.
Sulla destra, un'imponente moschea segue la curva della montagna. Più simbolica che specifica, potrebbe essere stata ispirata da una famosa moschea della zona. In ogni caso, rappresenta il simbolo della religione maggioritaria. Le sue due torri puntano tra le due curve delle cime e la cupola, con il suo pennone che punta verso la cavità più alta della cima, fa sventolare il suo stendardo all'altezza del cielo. I gradini delle tre porte chiare della moschea sono perpendicolari al quadro, mentre solo la porta centrale delle due porte scure della chiesa ha una scala in linea diagonale.
I due edifici religiosi devono simboleggiare la coesistenza culturale. Al centro, un rosone geometrico verde, con una stella a dodici punte che simboleggia l'ordine divino e rappresenta l'unità e la perfezione, collega orizzontalmente le due architetture religiose. Verticalmente, collega il cielo e la terra. Sette piante di mais, simbolo di fertilità e abbondanza, significano che la vita sulla terra è nutrita dalla luce divina.
Due bassorilievi rappresentano Maria, importante nella tradizione islamica e venerata sia dai cristiani che dai musulmani sciiti. Questi ultimi la rispettano come madre del profeta Gesù.
Il primo, che si trova di fronte al bassorilievo con la chiesa e la moschea, raffigura al centro del pannello due terzi della silhouette di Maria, con un grande aureola che simboleggia la sua santità, le mani giunte sul petto e le palpebre chiuse, lo sguardo fisso davanti a sé. Alla sua sinistra e alla sua destra, un parterre di tulipani di diversi colori e steli di riso, così come negli angoli superiori sinistro e destro, grappoli e foglie d'uva. A sinistra, una colomba della pace con un ramoscello d'ulivo nel becco. La forma elegante dei tulipani evoca bellezza e armonia. Nell'Islam, essi ricordano la fugacità della vita e simboleggiano l'amore fedele e imperituro.
Di fronte, Santa Maria, di un candore immacolato, sembra, come il parterre di tulipani - originari dell'Iran, dell'Afghanistan e del Kazakistan -, radicata nella terra, ma che si erge più diritta di loro, al centro del quadro. Dall'altra parte, il rosone geometrico verde collega orizzontalmente la chiesa e la moschea e collega verticalmente il cielo e la terra. La fragile colomba che scende, planando verso Santa Maria, si trova di fronte all'imponente moschea, statica. Le cime delle montagne e il cielo corrispondono alla rigogliosa vite celeste, con quattro grossi grappoli all'altezza della moschea e altri sei all'altezza della chiesa.
Il secondo bassorilievo mariano è composto da due lettere omega speculari, collegate da ramoscelli, opera di Dio; la seconda, sormontata da strutture artificiali, simile a un ponte. Sul versante sinistro, un albero con il suo fogliame verde e la chiesa di San Sarkis, su un terreno pavimentato. Sul versante destro, Maria è seduta su un blocco appoggiato su un sentiero delimitato da ciuffi verdi. Gesù, con le palpebre chiuse come sua madre, è in piedi sul blocco alla sua destra, appoggiandosi alla spalla di Maria. Nell'angolo destro, una collina rocciosa triangolare con alberi senza fogliame.
Di fronte ad essa, un altro bassorilievo mostra un paesaggio idilliaco. Sullo sfondo, una catena di montagne. Al centro, un lago e, in basso, la foce di un fiume tra due piani rocciosi. Quello di sinistra, con gigli, simboli di purezza e innocenza, che in un contesto spirituale possono essere associati alla pace e alla bellezza divina. Quello di destra, con un ulivo, che occupa un posto speciale nel Corano, poiché menzionato più volte come simbolo di pace, benedizione e misericordia. Al centro del quadro, in una vetrata rosa multicolore, una colomba che vola sull'acqua, simboleggiando lo Spirito.
I bassorilievi sono principalmente di colore ocra-sabbia, con alcuni tocchi di verde. L'ocra trasmette un senso di pace ed è simbolo di vita ed eternità, portatore di valori rituali. Il verde simboleggia, nell'Islam, le più alte ricchezze materiali e spirituali, poiché questo colore evoca la fertilità. Indossato dal Profeta, evoca il paradiso e la vita eterna. È il colore sacro per eccellenza; il Corano ne è spesso ricoperto. Poiché l'Islam si sviluppa principalmente nelle regioni aride del mondo soggette alla siccità, il verde è sempre un colore positivo, associato alla vegetazione, al rinnovamento, alla primavera, al cielo, alla felicità, alla speranza e al paradiso, alla benedizione e alla santità.
I quadri e i testi che vi conducono sono sintetizzati nel versetto 171 della Sura 4: «O gente del Libro, non esagerate nella vostra fede e non dite di Dio se non la verità: in verità, il Messia, Gesù figlio di Maria, è un messaggero di Dio, il Suo Verbo proiettato in Maria e uno Spirito emanato da Lui. Credete dunque in Dio e nei Suoi messaggeri e non dite: «Egli è tre»! Astenetevi, sarebbe meglio per voi, Dio è solo una Divinità. Per la Sua trascendenza non può avere figli! A Lui appartiene ciò che è nei Cieli e sulla Terra, e Dio è sufficiente come garante!».
Sulla terra - nel parco - e nell'abisso - della stazione -, gli sguardi di Gesù Cristo e di Sua Madre, la Beata Vergine Maria, sono fissi sui pendolari. Ma, poiché le palpebre di Maria e di Gesù sono chiuse o prive di pupille, non c'è incrocio di sguardi, tranne quello dell'«occhio della colomba». ..
Che dalle profondità sorga la luce divina della colomba e illumini il cuore dei pendolari di buona volontà, affinché con gli occhi della fede - una «visione di colomba» - contemplino, dietro gli sguardi della triade «Gesù-Maria-colomba», l'Amore dell'unico Dio, che infiamma e infiamma i cuori a camminare con dolcezza, umiltà e desiderio di pace, sulla strada degli spostamenti e degli incontri che il Creatore orchestra per i suoi figli.
Lo Spirito Santo scenderà nei cuori come una colomba, per spingerci a imitare il cuore umile di Maria e seguire Gesù nel suo cammino di pace. La vera pace trova la sua fonte nella Trinità: il Padre che parla, il Figlio che accetta e lo Spirito Santo che si riversa su di noi.
(Agenzia Fides 22/10/2025)
*Arcivescovo di Teheran- Isfahan