Abidjan (Agenzia Fides) - È prevista per oggi sabato 4 ottobre, una manifestazione indetta in tutte le città della Costa d'Avorio dal Fronte Comune, la coalizione che riunisce i due maggiori partiti di opposizione, il PPA-CI (Parti des Peuples Africains – Côte d'Ivoire) dell'ex Presidente Laurent Gbagbo e il PDCI-RDA (Parti Démocratique de Côte d'Ivoire- Rassemblement Démocratique africain) guidato da Tidjane Thiam.
Il motivo della protesta sono il quarto mandato del Presidente Alassane Ouattara e le rispettive esclusioni dal processo elettorale a seguito della decisione presa l’8 settembre dal Consiglio Costituzionale, che esclude i due candidati dalla corsa presidenziale del 25 ottobre.
Ad aprile Tidjane Thiam era stato rimosso dalle liste elettorali per motivi di nazionalità, mentre Laurent Gbagbo a causa di una condanna penale. La Corte d'Appello ha stabilito che, al momento della sua registrazione, Tidjane Thiam non era più ivoriano. Secondo i giudici, ha perso la sua cittadinanza quasi quarant'anni fa, quando ha acquisito quella francese, nonostante vi avesse rinunciato ufficialmente lo scorso marzo per candidarsi alla carica presidenziale. L’8 settembre il Consiglio Costituzionale ha respinto il ricorso da lui presentato.
Per timore di disordini le autorità hanno deciso lo schieramento di 18.000 poliziotti, 18.000 gendarmi e 8.000 soldati, per complessivi 44.000 agenti delle forze dell'ordine per garantire la sicurezza del processo elettorale dal 4 ottobre al 4 novembre.
La data del 4 ottobre non è stata scelta a caso. All’inizio del mese infatti gli stipendi sono stati pagati e la popolazione ha potuto così fare incetta di cibo e di altri generi di prima necessità in previsione di una protesta che potrebbe essere prolungata su più giorni.
I Vescovi cattolici e i capi musulmani della Costa d'Avorio, riuniti il 27 settembre presso la Cattedrale di San Paolo a Plateau, hanno lanciato un appello perché le elezioni si svolgono pacificamente ed hanno auspicato moderazione e rispetto per le istituzioni in vista del voto presidenziale del 25 ottobre.
Nella loro dichiarazione congiunta i responsabili religiosi esprimono la loro preoccupazione per la violenza verbale, in particolare sui social media, in aumento dopo la pubblicazione della lista definitiva dei candidati da parte del Consiglio Costituzionale. Considerano questo un segno di mancanza di educazione civica e morale ed esortano famiglie, scuole e comunità religiose ad agire ricordando il loro fondamentale ruolo educativo.
Rivolgendosi a leader politici e militanti, i firmatari li invitano a coltivare umiltà, tolleranza e rispetto reciproco, indipendentemente dall'esito del voto.
Ad accrescere la tensione è stato l’arresto il 30 settembre di due esponenti del PPA-CI accusati di “minaccia alla sicurezza dello Stato”, “incitamento all’insurrezione”, “turbamento dell’ordine pubblico” e “inosservanza della decisione del Consiglio costituzionale”. (L.M.) (Agenzia Fides 4/10/2025)