AMERICA/BOLIVIA - La “via ecologica” dello sfruttamento del litio boliviano

martedì, 18 luglio 2023 sviluppo sostenibile   ambiente   ecologia   geopolitica  

La Paz (Agenzia Fides) - La Bolivia possiede i più grandi depositi di litio del mondo, situati nell'altopiano andino e conosciuti come la salina di Uyuni (Salar de Uyuni). A differenza degli altri due Paesi del cosiddetto “Triangolo del Litio” (Argentina e Cile), le riserve boliviane (scoperte nel 1976) hanno iniziato ad essere sfruttate piuttosto di recente, nel 2008, prima sotto l’egida di entità minerarie statali. Segnando quindi una discontinuità rispetto a Cile e Argentina che hanno aperto le porte a partnership private.
L'estrazione del litio Cile e Argentina è priva di forti salvaguardie ambientali, avendo il potenziale di danneggiare il suolo circostante e causare contaminazione dell'aria. Molte delle comunità indigene cilene nelle aree minerarie del litio sono state costrette a migrare. La privatizzazione dell’acqua adottata da entrambi i Paesi ha eliminato qualsiasi necessità di consultazione preventiva con le comunità e le altre parti interessate. Si ricordi che l'estrazione del litio può richiedere circa 500.000 litri d'acqua per tonnellata, sottraendo vaste risorse idriche ad altre attività economiche, compresa l'agricoltura.
La Bolivia, teatro nel 2000 di una cosiddetta “guerra dell’acqua” (la protesta dei cittadini di Cochabamba contro la privatizzazione delle loro scarse risorse idriche), è l'unico Paese del Triangolo del Litio con una legislazione vigente che prevede un processo di estrazione sostenibile ed equo. L'esplorazione è iniziata nel 2008 con l'installazione di un impianto pilota funzionante, utilizzando una tecnica di evaporazione a risparmio idrico.
Un anno dopo, i cittadini boliviani hanno ratificato una nuova costituzione che ha ridisegnato il patto dello Stato con i suoi cittadini sulle questioni idriche. Include il diritto alla consultazione preventiva per i progetti che interessano le comunità indigene e i loro territori, identifica l'acqua come un diritto umano fondamentale e stabilisce il diritto dei cittadini alla supervisione dal basso delle iniziative del governo. La legge boliviana richiede inoltre che le entrate statali derivanti dalle risorse naturali siano investite in programmi sociali, istruzione, sviluppo integrato delle popolazioni indigene. La nuova Costituzione ha anche rafforzato i requisiti preesistenti per le valutazioni di impatto ambientale socio-economico. La "Legge della Madre Terra" della Bolivia del 2012 ha creato ulteriori regolamenti, tra cui l'obbligo di prevenire e riparare il degrado ambientale.
Il governo di La Paz intende inoltre utilizzare la crescente domanda di litio mondiale per avviare lo sviluppo della propria base industriale concentrandosi non solo nell’estrazione e nella raffinazione del litio, ma negoziando con Paesi e industrie interessate al minerale boliviano la creazione di fabbriche di batterie elettriche nel Paese. Questo anche come compensazione del previsto calo della domanda di idrocarburi, come gas e petrolio, che sono finora la principale voce di esportazione dell’economia legale boliviana.
La Bolivia sta anche stringendo alleanze con altri produttori di idrocarburi come il Messico e partner regionali come l'Argentina per andare oltre i combustibili fossili e cooperare per lo sfruttamento del litio. Basandosi sull'interesse dichiarato della Bolivia nello sviluppo dell'intera catena del valore, il governo boliviano e quello messicano hanno annunciato congiuntamente che le loro società statali collaboreranno alla produzione di batterie al litio e all'acquisto e all'esportazione di veicoli elettrici, inclusa l'auto elettrica boliviana Quantum. E nel luglio 2022, i governi boliviano e argentino hanno firmato un accordo di collaborazione per lo scambio di tecnologia per la produzione di batterie al litio. (LM) (Agenzia Fides 18/7/2023)


Condividi: