AMERICA/PERU’ - Chiediamo pace, tranquillità, unità e riconciliazione, basate su un ampio processo di ascolto e dialogo nazionale

venerdì, 23 dicembre 2022 situazione sociale   politica   violenza   diritti umani   conferenze episcopali   comunità religiose  

Lima (Agenzia Fides) – “I peruviani vogliono una società caratterizzata dalla speranza, dal dialogo, dalla pace sociale, dalla giustizia e dallo sviluppo umano. Allo stesso modo, chiediamo alla comunità internazionale di rispettare la nostra sovranità e la transizione democratica che il nostro paese sta vivendo. Il grande messaggio che vogliamo trasmettere è quello di trattare gli altri come vorremmo che noi stessi fossimo trattati, un principio etico che tutti dobbiamo condividere”. E’ un brano della dichiarazione congiunta firmata dai rappresentanti di 16 religioni e comunità di fede presenti in Perù, redatta al termine di un incontro tenuto il 21 dicembre nell'Arcivescovado di LIma, in cui hanno affrontato gli eventi drammatici che il paese sta vivendo, e in cui lanciano "un appello per la pace, la tranquillità, l'unità e la riconciliazione basate su un ampio processo di ascolto e dialogo nazionale".
Secondo le notizie raccolte da Fides è salito a 27 il numero delle vittime e a più di 650 quello dei feriti negli scontri tra sostenitori dell’ex Presidente Castillo e le forze di sicurezza peruviane. Dalla destituzione di Castillo e dal suo successivo arresto, il 7 dicembre, sono scoppiate proteste in tutto il paese, compresa la capitale, che hanno coinvolto migliaia di persone che chiedono le dimissioni della nuova Presidente Dina Boluarte, e la convocazione di una Assemblea costituente. Il 14 dicembre il governo ha decretato lo stato d’emergenza in tutto il paese per 30 giorni. L’ex presidente Castillo intanto è stato condannato a 18 mesi di carcere dalla Corte Suprema, mentre continuano le indagini sulle accuse a lui rivolte.
I Vescovi peruviani fin dal primo momento hanno esortato le istituzioni “a proteggere e salvaguardare la democrazia, garantendo, preservando e ristabilendo l’ordine pubblico e costituzionale”, lanciando un appello “a mantenere l’unità nazionale, la calma e a mettere fine a qualsiasi forma di violenza e di violazione dei diritti fondamentali dei cittadini” (vedi Fides 9/12/2022). In un messaggio hanno ribadito: “Abbiamo bisogno di un dialogo sincero, di calmare gli animi per proteggere la nostra debole democrazia, preservare l'istituzionalità e mantenere la fraternità del nostro popolo” (vedi Fides 13/12/2022). Il 18 dicembre hanno invitato “tutti i fedeli e le persone di buona volontà ad esprimere pace, speranza e fraternità in Perù”, attraverso una Giornata di preghiera per la pace (vedi Fides 16/12/2022).
Il "Comunicato interreligioso sulla crisi politica in Perù", diffuso il 22 dicembre, sottolinea la convinzione che “la spiritualità sia un elemento centrale e fondamentale nella vita di tutti gli esseri umani”. In questi momenti di dura crisi sociale e politica del paese, che ha radici lontane, le comunità religiose sono “solidali con profondo dolore per le vite che sono state perse nelle recenti manifestazioni e che richiedono un'indagine trasparente sui gravi eventi che minacciano la pace sociale”. Ritengono che “dobbiamo ascoltarci a vicenda e ascoltare il grido dei nostri fratelli e sorelle che rivendicano i loro diritti, un compito particolarmente proprio dello Stato”. Esortano a “non polarizzarci o discriminarci l'un l'altro, al contrario, dobbiamo unirci per il bene comune, perché dobbiamo essere tutti costruttori di un Perù dignitoso, fraterno e pacifico”.
Rivolgendosi alle autorità politiche e civili, si ricorda il loro dovere di cercare, “attraverso un dialogo franco e sincero, soluzioni veramente democratiche”, in quanto qualsiasi soluzione “richiede l'applicazione congiunta di approcci spirituali, morali ed etici”. Se a breve termine sono urgenti riforme politiche non più rinviabili, è comunque necessario avere una visione a lungo e a medio termine, “dove l'istruzione e il lavoro sono l'elemento centrale, per il bene di tutti i peruviani”.
“Non vogliamo un paese atomizzato, polarizzato o violento – scrivono i rappresentanti delle religioni nella parte conclusiva - . Milioni di peruviani vogliono e confidano nella giustizia, nell'unità e nella pace… Abbiamo bisogno di riconciliarci per capirci e camminare insieme, tutti noi: civili e soldati, uomini della campagna e della città”.
Anche la Rete ecclesiale delle Commissioni Giustizia e Pace dell'America Latina e dei Caraibi, ha pubblicato una dichiarazione rivolta a tutti i protagonisti politici, sociali, sindacali del Perù, esprimendo solidarietà al popolo peruviano, che ancora una volta nella sua storia affronta una crisi politica ed è soggetto a violenze. “Riteniamo necessario insistere sul rispetto dei diritti umani che sono alla base della pace e della giustizia nei rapporti tra i cittadini e lo Stato" sottolineano, e invitano: “È tempo di una discussione pubblica che, di fronte alle legittime differenze, sia in grado di trovare sbocchi creativi che garantiscano la democrazia in Perù".
(SL) (Agenzia Fides 23/12/2022)


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