Dar es Salaam (Agenzia Fides) – Si liberino i prigionieri politici e si restituiscono i corpi delle persone scomparse. È l’appello congiunto lanciato dalle ambasciate di Gran Bretagna, Canada, Norvegia, Svizzera, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia e della delegazione dell'Unione europea a Dar es Salaam, al governo della Tanzania “perché rispetti gli impegni internazionali per la protezione delle libertà fondamentali e dei diritti costituzionali di accesso all'informazione e alla libertà di espressione per tutti i tanzaniani”.
A seguito delle contestate elezioni generali del 29 ottobre vinte dalla Presidente uscente Samia Suluhu Hassan, vi sono stati violenti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine (vedi Fides 4/11/2025).
Come ricorda la dichiarazione congiunta pubblicata oggi, 5 dicembre, “resoconti attendibili di organizzazioni nazionali e internazionali mostrano prove di esecuzioni extragiudiziali, sparizioni, arresti arbitrari e occultamento di cadaveri”.
I governi firmatari della dichiarazione invitano “le autorità a restituire velocemente i corpi delle vittime alle loro famiglie, a rilasciare i prigionieri politici e a consentire ai detenuti assistenza legale e medica”.
“Invitiamo inoltre il governo ad adottare le raccomandazioni formulate nei rapporti preliminari sulle elezioni da parte dell'Unione Africana e della SADC (Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe), che evidenziano evidenti carenze nel processo elettorale” continua la dichiarazione, che conclude auspicando una “indagine indipendente, trasparente e inclusiva, che coinvolge la società civile, i gruppi religiosi e tutti gli attori politici”.
Il Segretario generale della Conferenza Episcopale della Tanzania (TEC), padre Charles Kitima, ha denunciato che a Ukonga, Dar es Salaam, la polizia e gruppi armati hanno fatto irruzione negli ospedali e hanno tentato di impedire la somministrazione delle cure ai civili feriti.
"'La polizia ha fatto irruzione negli ospedali e ha minacciato gli infermieri' ha affermato padre Kitima il 2 dicembre in una conferenza stampa a Dar-es-Salaam. ". “La polizia è arrivata e ci ha detto che non dovevamo curarli, che dovevamo portarli all'obitorio” ha aggiunto.
Il Segretario generale della TEC ha poi affermato che medici e infermieri degli ospedali cattolici si sono rifiutati di obbedire alle ingiunzioni della polizia e hanno continuato a curare le vittime senza impedimenti.
Padre Kitima afferma che negli ospedali cattolici “abbiamo ricevuto corpi di persone uccise con armi da fuoco. Le autorità non ci possono dire di nascondere la verità”.
Il 30 aprile il Segretario generale della TEC era stato brutalmente aggredito nella sede della Conferenza episcopale, a Kurasini, Dar es Salaam, la sera dopo un incontro di capi religiosi di varie confessioni per discutere del voto del 29 ottobre. (L.M.) (Agenzia Fides 5/12/2025)