AFRICA/MOZAMBICO - I frati si fanno allevatori per sostenere la missione

giovedì, 3 gennaio 2019 sviluppo   missione   sviluppo sostenibile  

Maputo (Agenzia Fides) - Natura e missione possono essere alleati. È la convinzione dei frati cappuccini in Mozambico, che hanno dato vita a un allevamento per sostenere le attività pastorali a Quelimane, la capitale amministrativa della Zambezia, in Mozambico. "Le nostre missioni – spiega a Fides padre Guido Felicetti, missionario cappuccino – devono fare i conti con donazioni in calo e difficoltà a reperire in loco i fondi necessari per portare avanti le attività pastorali e di evangelizzazione. Per questo, abbiamo pensato, fedeli allo spirito francescano, di rivolgerci alle risorse della natura per raggranellare i fondi necessari. L’allevamento di buoi e capre, attraverso la vendita della carne, può aiutarci ad avere i fondi necessari".
Oggi in Africa si consumano circa 24 kg di carne pro-capite l’anno. Il consumo medio di proteine animali è meno di un quarto di quello europeo ed è pari al 17% del livello raccomandato di consumo di proteine. Nel continente però la tendenza, che va di pari passo con l’aumento del tenore di vita, segna un aumento del consumo di carne bovina e ovina. Per questo motivo l’allevamento di animali può diventare una buona fonte di entrate economiche.
Il progetto dei frati è iniziato alcuni anni fa. Agli inizi degli anni Duemila, un contadino ha chiesto aiuto ai cappuccini per allestire un allevamento in un terreno a una sessantina di chilometri da Quelimane. "La fraternità locale dei cappuccini – ricorda padre Guido – ha accettato di aiutare quella famiglia e, in collaborazione con quella, ha preso in concessione un terreno demaniale".
Quando il contadino, per raggiunti limiti di età, ha smesso l'opera, i frati si sono trovati a gestire da soli il terreno e un’ottantina di animali. Il terreno, lontano dalla comunità, era difficile da gestire per i religiosi, così i frati hanno spostato gli animali vicino a Quelimane, affidandoli e coinvolgendo un gruppo di allevatori locali. "L’allevamento procede bene. Stiamo iniziando a vendere gli animali, soprattutto in occasione di festività importanti quando le comunità si riuniscono e fanno piccoli banchetti. Pensiamo che la strada intrapresa sia giusta", rileva il frate.
I cappuccini ora vogliono fare un passo avanti, aumentando gli standard di allevamento. Per questo motivo, stanno raccogliendo fondi per la costruzione degli alloggi dei pastori, ma anche macchinari per la disinfestazione dei parassiti e per la lavorazione dei terreni su cui pascolano buoi e capre.
"La strada dell’autosufficienza non è semplice – conclude p. Guido - ma è l’unica percorribile se vogliamo una Chiesa che sappia camminare con le proprie gambe e sia profondamente inserita e integrata, cioè incarnata, nella realtà locale". (EC) (Agenzia Fides 3/1/2019)


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