AFRICA/MOZAMBICO - La prima visita e incontro del vescovo di Quelimane con i mussulmani di Bajone

mercoledì, 15 ottobre 2025





Quelimane (Agenzia Fides) – “La situazione continua ad aggravarsi e le violenze iniziano a dilagare per l’intera zona nord del Paese.”

Sentito dall’Agenzia Fides, il vescovo della diocesi di Quelimane, Osório Citora Afonso, IMC, di rientro da una visita pastorale presso la missione di “Nossa Senhora de Fátima di Bajone, una delle 28 parrocchie che compongono la sua diocesi, si è detto molto preoccupato in riferimento ai gravi crimini compiuti nella notte tra giovedì e venerdì 10 ottobre, dalle forze jihadiste che hanno bruciato una chiesa nel nord del Paese, rapito minori, e mietuto vittime nella provincia di Cabo Delgado. “Da quando imperversa lo stato islamico – racconta - la gente deve avere la tessera per poter accedere a qualsiasi servizio a rischio della vita in caso contrario”.

“Nonostante le regioni nord del paese africano siano preda di gruppi islamisti radicali da ben otto anni, facendo registrare, secondo le stime, più di un milione di sfollati e seimila morti, non se ne è parlato molto – commenta il Vescovo Osòrio. Adesso anche i media dicono qualcosa, in particolare da quando Papa Leone XIV già al termine dell’Angelus di domenica 24 agosto, aveva espresso vicinanza alla popolazione di Cabo Delgado, «vittima di una situazione di insicurezza e violenza che continua a provocare morti e sfollati». Altrettanto importante – aggiunge il vescovo della Consolata - è stato l’intervento dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, nell’ambito dell’80esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tenuta lo scorso 29 settembre. Tra le situazioni particolari ha citato anche quella di Cabo Delgado, che insieme a Sahel e Corno di Africa, sono zone instabili sotto la minaccia jihadista.”

Tornando a parlare della sua visita pastorale il vescovo, che ha iniziato il suo ministero episcopale verso il nord del Paese il 31 agosto 2025 ha detto che “non è stata una visita facile, a partire dalle strade che abbiamo dovuto percorrere. Ho scelto di fare la mia prima visita pastorale dalla periferia con un problema e sfida: Bajone è la parrocchia nel territorio più islamizzato e dovrebbe avere la mia priorità pastorale. Sono strade sterrate e piene di insidie, precisamente nella parrocchia di Bajone che raggruppa 140 comunità, a 270 km da Quelimane. Oltre alla missione centrale di Bajone, ha visitato 3 zone pastorali che raggruppano circa 50 comunità ciascuna: zona di Tapata, Macura e Tapaliwa. Ho chiesto udienza con i capi dei musulmani che mi hanno ricevuto con molta diffidenza. Prima c’era una convivenza pacifica, il movimento islamico non fondamentalista era bloccato ma adesso, nel tempo la tendenza è quella di islamizzare il paese. Ma dopo la nostra visita, i capi dei musulmani mi hanno ringraziato perché è stata la prima volta di un incontro e visita ai musulmani. Ricordo che in una distanza di 40 km abbiamo trovato circa 45 moschee, tutte costruzioni recenti.”

All’inizio del suo ministero pastorale a Quelimane il vescovo aveva raccontato di aver voluto raggiungere la diocesi in macchina, percorrendo 1700 km, “in due giorni per entrare in Diocesi non dall’aeroporto ma dalla periferia a 400 km della Cattedrale dove un centinaio di persone della comunità mi aspettavano, poi, dalla periferia sono andato verso al centro”.

Al termine della conversazione Osório si è detto felice di aver potuto prendere parte al Giubileo delle missioni e dei migranti che si è svolto a Roma il 4 e 5 ottobre alla presenza di migliaia di persone riunite da oltre cento Paesi.

(AP) (Agenzia Fides 15/10/2025)

IMC


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