ASIA/THAILANDIA - “Stop all’ingerenza nell’amministrazione buddista”

mercoledì, 17 febbraio 2016 diritti umani  

ADB

Chiang Mai (Agenzia Fides) – “Sta crescendo e prendendo toni inaspettati la pressione di un gruppo numeroso di monaci buddisti impegnati affinchè il buddismo venga incluso come religione di Stato nella bozza della nuova Costituzione”. Lo racconta all’Agenzia Fides una fonte locale ben informata che per motivi di sicurezza non citiamo. “In questi giorni - continua -, in occasione di un corso di aggiornamento presso la grande spianata di Phutthamonthon, fuori Bangkok, i monaci provenienti da varie province hanno rotto il cordone militare dispiegato attorno all’area sacra per impedire l’evento e, soprattutto, il seminario previsto dal titolo significativo: ‘Stop all’ingerenza nell’amministrazione buddista’.”
La nostra fonte dichiara ancora che ciò che ha fatto scattare la molla è stato l’ultimo stop del Governo all’appena nominato ventesimo Supremo Patriarca del Buddhismo thailandese. “La sua elezione non verrà ufficializzata finchè non saranno chiariti alcuni aspetti che vedono l’ultra novantenne Somdet Chuang implicato in scandali economici del potente movimento Dhammakaya, guidato dalla controversa figura carismatica di Phra Dhammachayo. I monaci hanno anche sollecitato il Governo, attualmente guidato da una giunta militare, a proteggere esplicitamente i valori del buddismo messo in crisi da critiche e scandali. Il Re, che avrà l’ultima parola circa la Costituzione e la nomina del Patriarca Supremo, da sempre ha sostenuto e garantito la libertà di religione nel regno siamese”.
(AP) (17/2/2016 Agenzia Fides)


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