AMERICA/HAITI - Nella sofferenza, al fianco della popolazione per ricostruire l’umano

sabato, 10 gennaio 2015

Port au Prince (Agenzia Fides) – Secondo i dati più recenti diffusi da Amnesty International, dal devastante terremoto del 2010 ad Haiti continuano ad essere aperti 123 campi per sfollati interni dove vivono 85.432 persone in condizioni estreme. Nonostante il numero di residenti sia diminuito notevolmente, 22 mila famiglie sono ancora prive di un alloggio dignitoso. Un terzo degli abitanti non ha accesso a un bagno e una media di 82 persone condivide un servizio igienico.
A cinque anni dal disastro che ha messo in ginocchio il Paese, la fondazione AVSI prosegue nel suo impegno per la “ricostruzione dell’umano” affinché le popolazioni colpite tornino a condurre una vita dignitosa. E’ quanto si legge in una nota inviata all’Agenzia Fides dalla responsabile dell’equipe della onlus nell’isola, Fiammetta Cappellini. “E’ necessario che la comunità internazionale e i donatori non abbandonino Haiti” continua la responsabile”. Oltre agli 85mila sfollati, ci sono 600mila haitiani che vivono in condizioni di insicurezza alimentare e più di 50mila nuove infezioni di colera ogni anno. Il tutto in un contesto di forte decrescita economica: gli indicatori di sviluppo del Paese rimangono bassi, alcuni addirittura in negativi, la popolazione vive per la maggior parte in situazioni di gravissima povertà e i diritti, anche i più elementari, non sono garantiti.
L’équipe di AVSI ad Haiti è stata accanto alla popolazione terremotata sin dai primi giorni dopo il sisma. In questi anni sono state aperte sette scuole, due centri educativi, sei centri nutrizionali, tre laboratori artigianali e un ristorante comunitario. Anche se dal 2010 sono stati fatti passi enormi, la strada verso la ricostruzione di Haiti rimane lunga e difficile. Gli haitiani hanno imparato a coltivare la terra e a lavorare, le scuole ricostruite funzionano e i bambini sono tornati a studiare. “Noi crediamo e vediamo ogni giorno che qualche cosa si può fare, che qualche cosa si sta facendo. E il nostro primo impegno continuerà a essere quello di stare al loro fianco, nella sofferenza”, conclude la Cappellini. (AP) (10/1/2015 Agenzia Fides)


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