AFRICA/SIERRA LEONE - Autodeterminazione e impegno continuo per una vita migliore, a 50 anni dall’indipendenza

mercoledì, 20 aprile 2011

Freetown (Agenzia Fides) – Il 27 aprile la Sierra Leone, piccolo Stato dell’Africa occidentale, celebra una data importante: i suoi 50 anni di indipendenza tra le nazioni africane. L’indipendenza della Sierra Leone è giunta dopo un cammino coloniale, piuttosto corto e sostanzialmente positivo, sotto la discreta amministrazione della Gran Bretagna. Questa ha concretamente costruito la Nazione, unendola insieme attraverso la “politica dei trattati” stipulati con i differenti Paramount Chiefs presenti sul territorio geografico. Ogni capo era praticamente indipendente e in vari modi amministrava il proprio territorio con le istituzioni native, vecchie di secoli. La politica dei trattati, che ha consentito l’assembramento delle varie comunità - sparse su un vasto territorio popolato da differenti gruppi etnici - aveva generato i famosi “territori”, che accanto alla Colonia Britannica vera e propria, divennero poi il “Protettorato Britannico”.
Fu grazie alla rete di contatti tra i differenti gruppi etnici con le autorità britanniche che si costituì quella rete di rapporti che formeranno il tessuto vivo del moderno Stato. Tutto era cominciato con alcuni capi del Nord del Paese, che chiesero alla Potenza coloniale di mediare i conflitti e di risolvere contese particolarmente difficili. I trattati di pace e gli accordi stipulati con i britannici divennero così la piattaforma della futura Nazione. Il 24 agosto 1895 questi territori furono fusi insieme al territorio della Colonia per diventare, nel 1961, il moderno Stato della Sierra Leone.
Celebrare questa data dell’Indipendenza credo significhi anzitutto riconoscere un cammino fatto, quello di unificazione di tante parti in una singola unità. Secondariamente, quello di riconoscere un popolo capace di decidere il proprio destino. Infine, quello di avere dei valori comuni in cui credere.
Non significa invece che siano giunti alla meta o alla perfezione, ma che, invece, debbano fare - ogni giorno - delle scelte coerenti che li conducano ad una vita migliore. Se, per strada, potranno chiedere aiuto agli altri, le scelte fondamentali dovranno essere soltanto dei sierraleonesi. E non potranno pretendere di cambiare la propria vita (per migliorarla) se non attraverso una autodeterminazione e un impegno continuo in prima persona.
Da quanto sento - oltre all’organizzazione ufficiale, che ha messo a disposizione un budget di alcuni milioni per le varie celebrazioni - serpeggia un senso di insoddisfazione per la difficile situazione economica nella quale si trova tutto il Paese. Questa dolorosa situazione fa soffrire ancora troppi. I costi per il cibo sono esageratamente alti e il salario inadeguato, l’istruzione è a un basso livello e il destino del paese incerto ed insicuro. È vero che tante cose sono migliorate in questi anni, soprattutto dopo la terribile guerra civile, ma alcuni - attraverso il dibattito in corso sui media nazionali - affermano che questa festa sia incelebrabile, perché nel 1961, così affermano certi interventi, si stava forse meglio e la gente oggi non è ancora in grado di farsi le cose da sé. Una certa critica va anche ai governanti, che spesso risolvono meglio i problemi familiari che quelli nazionali.
Credo che al Paese non giovi una critica troppo negativa, anche se il sentire comune è importante in un momento come questo. Le possibilità del paese e le risorse umane e naturali sono certamente vaste. La Sierra Leone deve trovare la strada per investire in questi valori e, con il vento dell’ottimismo e della buona volontà, lottare per una Nazione migliore. Ha oggi bisogno di eroi e di modelli positivi che conducano la gente a lidi sicuri, con la benedizione del Signore. Le Chiese cristiane hanno dato un buon impulso e preparato del prezioso personale, in molti settori, per questa crescita indispensabile. Che l’occasione delle celebrazioni del 50° sia l’avvio vero di questo processo. Buon compleanno Sierra Leone! (P. Gerardo Caglioni sx) (Agenzia Fides 20/4/2011)


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