Juba (Agenzia Fides) – “Occorre risolvere lo stallo politico tra le diverse parti in Sud Sudan prima che sia troppo tardi”. È questo il senso dell’appello lanciato il 7 ottobre da George Owinow Presidente della Reconstituted Joint Monitoring and Evaluation Commission (RJMEC), l’organismo incaricato di monitorare l’attuazione degli accordi di pace in Sud Sudan.
“L’RJMEC esorta i garanti regionali e internazionali ad esercitare con urgenza la loro influenza diplomatica per risolvere la situazione di stallo politico e di sicurezza tra SPLM/A-IO e il Revitalised Transitional Government of National Unity (RTGoNU)”, ha affermato Owinow aprendo i lavori dell’Assemblea Plenaria straordinaria della RJMEC.
Il Revitalised Transitional Government of National Unity è il governo di unità nazionale nato dagli accordi di pace del 2018 messi a rischio dopo l’arresto del Vice Presidente Riek Machar. Questi è capo del Sudan People's Liberation Movement-in-Opposition (SPLM/A-IO), la fazione del partito principale sud sudanese al potere dal 2011, che si è staccata nel 2013 al momento dello scoppio della guerra civile. Machar è stato posto agli arresti domiciliari nel marzo 2025 su disposizione del Presidente Salva Kiir con l’accusa di sostenere il cosiddetto Nuer White Army, uno dei diversi gruppi armati su base etnica presenti nel Sud Sudan che è affiliato all’ SPLM/A-IO.
La RJMEC afferma di aver ricevuto segnalazioni secondo cui tutte le parti in conflitto hanno rapito bambini da arruolare come combattenti nelle rispettive file. Si teme quindi che le diverse fazioni in campo si stiano preparando a un'ulteriore escalation. I rinnovati combattimenti tra l'esercito del Sud Sudan e quelli fedeli a Riek Machar si sono intensificati dalla fine del 2024.
Anche i rappresentati di Gran Bretagna e Norvegia (due Paesi che fanno parte del meccanismo di verifica degli accordi di pace in Sud Sudan) hanno lanciato l’allarme sui rischi di una ripresa del conflitto civile su larga scala.
In una dichiarazione congiunta letta nel corso della Plenaria Straordinaria i rappresentanti dei due Stati hanno affermato di aver constato “con profondo rammarico che, anche i limitati progressi compiuti negli ultimi sette mesi siano stati annullati". "Stiamo invece assistendo a ripetute e costanti violazioni dell'accordo di pace".
Norvegia e Gran Bretagna hanno sottolineato che la legittimità del governo di transizione è radicata nell'accordo di pace, avvertendo che le detenzioni di oppositori politici senza consultare i partner "minano la pace e rischiano di provocare ulteriori conflitti".
Gli ambasciatori dei due Paesi hanno dichiarato che il cessate il fuoco permanente a livello nazionale è di fatto crollato perché i due principali partiti firmatari – l'SPLM del governo e l'SPLM-IO di Machar – "sono impegnati in regolari scontri armati in almeno quattro Stati e si definiscono pubblicamente nemici".
I due ambasciatori hanno lanciato un appello urgente per la fine dei combattimenti, avvertendo che la finora limitata ripresa del conflitto è già costata migliaia di vite e ha provocato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone. (L.M.) (Agenzia Fides 10/10/2025)