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Yangon (Agenzia Fides) - Il governo militare del Myanmar ha lanciato un'operazione per contrastare le attività criminali online nelle cosiddette "scam city" (città della truffa") in località sul confine tra Myanmar e Thailandia: il 18 novembre 'esercito ha fatto irruzione in un complesso nella città di Shwe Kokko, vicino a Myawaddy, importante città commerciale al confine con la Thailandia. Come affermano i mass media statali birmani , i militari hanno arrestato 350 cittadini di stranieri e sequestrato oltre 10mila telefoni cellulari utilizzati per commettere le frodi. Circa un mese fa, le autorità avevano fatto irruzione in un altro importante centro di truffe chiamato "KK Park", alla periferia di Myawaddy.
Il governo militare del Myanmar afferma di aver iniziato la repressione delle truffe online transfrontaliere e del gioco d'azzardo illegale all'inizio di settembre. In seguito al raid al KK Park, oltre 1.500 persone che vi lavoravano si sono spostate in Thailandia, mentre l'esercito ha demoliti, tramite esplosioni controllate, gli edifici che erano adibiti alle attività illegali.
L'intera area è sotto il controllo del governo militare del Myanmar, ma è segnata anche dalla presenza di milizie della minoranza etnica karen come la "Border Guard Force", milizia karen che ha firmato una tregua con l'esercito, e la" Karen National Union" (KNU), che invece combatte contro l'esercito nell'ambito della guerra di resistenza al regime militare.
La Border Guard Force ha rivendicato il merito di aver preso parte alla repressione delle attività illegali sebbene, secondo gli analisti, in precedenza aveva fornito protezione agli operatori delle truffe. Il governo militare ha accusato la KNU è collegata ai centri di truffa. Entrambe le milizie hanno sempre negato di fornire protezione a organizzazioni criminali. Nelle regioni di confine del Myanmar, devastate dalla guerra che prosegue da quattro anni, si sono moltiplicate i centri che organizzano frodi, gestiti da reti criminali internazionali che, con l'inganno, sequestrano persone (spesso cittadini cinesi, thailandesi, cambogiani, birmani o di altre nazionalità) e le costringono a compiere truffe online. Le vittime contattate via telefono, adescate con stratagemmi romantici e false proposte di investimento, si trovano soprattutto in Cina ma anche in Occidente come in Europa e Stati Uniti.
Un portavoce dell'esercito ha rimarcato la cooperazione della Cina, alleata del governo militare di Yangon, nella lotta alle truffe. Il governo cinese ha affermato di voler combattere tali fenomeni illegali dato che un gran numero di cittadini cinesi sono sia tra gli autori (persone sequestrate e ridotte in schiavitù) sia vittime, adescate nella madre patria, per un volume di affari illeciti che l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine ha stimato in 40 miliardi di dollari l'anno,
L'operazione giunge mentre il il regime birmano si prepara a tenere elezioni annunciate in varie fasi, dal 28 dicembre e poi a gennaio, che saranno possibili solo in una parte del paese controllata dall'esercito, cioè meno del 50% del territorio nazionale. Il voto, secondo le prime indicazioni, verrà sostenuto e riconosciuto da Cina, Russia e India mentre osservatori internazionali, come i rappresentanti dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite, hanno messo in dubbio la credibilità di qualsiasi elezione nelle attuali condizioni di conflitto. I ministri degli Esteri dell'Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN) hanno espresso "profonda preoccupazione" e perplessità sul voto.
(PA) (Agenzia Fides 20/11/2025)