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Quito (Agenzia Fides) - La violenza non sarà mai la strada giusta, affermano i vescovi ecuadoriani in merito alle proteste indette dalla Conaie, la principale organizzazione indigena del Paese, contro l'aumento dei prezzi del carburante spiegano i principali media ecuadoriani.
Le proteste in Ecuador sono esplose a metà settembre, dopo la decisione del governo di Quito di eliminare i sussidi per il diesel. Il 15 settembre gli autotrasportatori hanno iniziato i primi blocchi stradali e nei giorni successivi è stato indetto lo sciopero nazionale, estendendo la mobilitazione alle comunità indigene e popolari. Tra le sommosse, nella mattinata di martedì 7 ottobre è stato assalito il corteo presidenziale di Daniel Noboa nel settore di El Tambo, provincia di Cañar, al sedicesimo giorno di mobilitazioni, dove il presidente si stava recando per presentare nuovi progetti infrastrutturali. La Conaie ha denunciato la «militarizzazione di El Tambo» e accusato il governo di «repressione» contro le proteste.
Secondo la ministra dell’Ambiente e dell’Energia, Inés Manzano, una folla di circa 500 persone ha circondato e colpito con pietre l’auto del presidente, che avrebbe riportato anche segni di proiettili.
Nel contesto dello sciopero nazionale i vescovi del Paese invocano il dialogo come unica via per superare le tensioni politiche e sociali. La Conferenza Episcopale Ecuadoriana (CEE) ha rilasciato una dichiarazione dalla città di Azogues, dove si sta riunendo in assemblea ribadendo il suo "appello al dialogo e alla pace". Nel loro messaggio, riconoscono il diritto della popolazione a manifestare pacificamente, soprattutto di coloro che ritengono che le loro richieste non siano state ascoltate. Tuttavia, avvertono che la violenza "non sarà mai la via per costruire un Ecuador migliore", poiché minaccia la vita, ferisce persone innocenti, indebolisce lo Stato di diritto e turba l'armonia sociale.
"Il nostro primo appello è sempre stato al dialogo, alla pace. E l'appello a tutte le parti interessate – a partire dal governo, poi alle organizzazioni sociali e indigene e all'intera comunità civile – è la nostra missione al servizio di questo popolo". E’ quanto emerge dall’appello del Vescovo ausiliare di Quito, David de la Torre, Segretario Generale della CEE.
Il presidente Noboa ha dichiarato un nuovo stato di emergenza in dieci delle 24 province. La misura, annunciata attraverso un decreto esecutivo firmato dal capo dello Stato, mira a contenere l'aumento della violenza durante le manifestazioni e ad arginarne la diffusione.
(AP) (Agenzia Fides 8/10/2025)