Addis Abeba (Agenzia Fides) – “La diga etiopica sul Nilo è una minaccia continua alla stabilità nel bacino orientale del Nilo” afferma un comunicato congiunto di Egitto e Sudan emesso ieri, 3 settembre, al termine dell’incontro al Cairo tra i Ministri degli Esteri e dell'Irrigazione dei due Paesi.
"Le consultazioni hanno affrontato gli sviluppi riguardanti la diga etiopica ed entrambe le parti hanno concordato che la diga, che viola il diritto internazionale, ha gravi conseguenze per i Paesi a valle e rappresenta una minaccia continua alla stabilità nel bacino orientale del Nilo secondo il diritto internazionale", si legge nella dichiarazione.
La presa di posizione del Cairo e di Khartoum è stata emessa a pochi giorni dall’inaugurazione dell’imponente opera.
Il 9 settembre è infatti prevista la sfarzosa cerimonia di inaugurazione ufficiale della Grande Diga della Rinascita Etiope (GERD).
Il giorno prima della dichiarazione congiunta sudanese-egiziana il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed aveva ribadito la volontà del suo Paese di collaborare con Egitto e Sudan per la gestione delle acque nilotiche, sottolineando che, ora che la diga è completata, garantisce un flusso d'acqua costante durante tutto l'anno ai due Paesi a valle, previene le inondazioni e non ha causato loro alcun danno.
Il Cairo e Khartoum insistono per raggiungere un accordo legale trilaterale vincolante sul suo riempimento e la sua gestione. Il governo egiziano ha invocato “misure unilaterali” se non viene raggiunta una tale intesa.
Il Premier etiopico in una dichiarazione televisiva ha descritto il Nilo Azzurro come la "madre di tutti i problemi" che l'Etiopia ha dovuto affrontare per secoli, sostenendo che il suo sfruttamento attraverso il GERD segna la fine di una "lotta millenaria".
Le tensioni per la gestione delle acque del Nilo tra Etiopia, da una parte, e Sudan ed Egitto, dall’altra, rischiano di allargarsi ad altri Paesi dell’area, come ad esempio la Somalia, dove il Cairo ha una presenza militare non di certo gradita da Addis Abeba. (L.M.) (Agenzia Fides 4/9/2025)