AMERICA/CILE - Il 7 maggio un altro passo verso la nuova Costituzione, che si spera decisivo

venerdì, 5 maggio 2023 elezioni   situazione sociale   politica   costituzione   conferenze episcopali  

Santiago (Agenzia Fides) – “La prossima domenica 7 maggio, avremo l'opportunità di fare un nuovo passo nel processo costituzionale che stiamo vivendo come paese, eleggendo i consiglieri costituzionali, che, insieme a un gruppo di esperti, devono presentare una nuova proposta per una Costituzione politica della nazione. Al di là della natura obbligatoria del voto, crediamo che sia una grande responsabilità partecipare per esprimere il nostro voto in modo informato per partecipare a un processo così rilevante per il nostro paese”. L’invito dei Vescovi cileni è stato espresso al termine della loro recente Assemblea plenaria, tenutasi ad aprile (vedi Fides 24/4/2023).
Il 7 maggio infatti 15 milioni di cileni dovranno eleggere 50 rappresentanti (25 donne e 25 uomini) incaricati di scrivere una nuova Costituzione, che affiancheranno la Commissione nominata dal Parlamento composta da 24 esperti. Il Consiglio avrà cinque mesi di tempo per lavorare sulla bozza redatta dagli esperti. Il testo definitivo verrà sottoposto a referendum il 17 dicembre. Il nuovo percorso è stato reso necessario dopo che, nel referendum popolare del 4 settembre 2022, i cileni avevano espresso parere negativo sulla precedente bozza proposta.
Prosegue quindi il travagliato cammino per dotare il Cile di una nuova Costituzione, come richiesto dai cittadini, che sostuisca la Carta del 1980, approvata durante il regime di Pinochet. Il lungo processo trova le sue origini nelle violenze di piazza dell’ottobre 2019, che iniziate come manifestazioni di protesta per l’aumento del prezzo dei mezzi di trasporto pubblico, innescarono la più grave crisi politica e sociale degli ultimi decenni nella storia del Paese andino.
Le violenze, con aggressioni alle persone, distruzione di proprietà, saccheggi di locali commerciali e scontri con le forze di polizia, provocarono morti e feriti in diverse città. Il governo decretò lo stato d’emergenza. Anche la Chiesa, accusata di abusi in modo generalizzato, fu vittima di violenze e assalti ai luoghi di culto, con la distruzione di immagini sacre e atti vandalici nelle chiese. Le proteste furono espressione delle sofferenze e dei disagi quotidiani della società cilena per il lavoro, la salute, la sicurezza dei cittadini, la pubblica istruzione, gli alloggi, le pensioni, la povertà e i problemi legati all'immigrazione, tra gli altri.
Il plebiscito del 25 ottobre 2020 sancì la richiesta di una nuova Costituzione, adeguata ai tempi e in grado di rispondere alle esigenze dei cileni, la cui stesura venne affidata ad una “Convenzione Costituente”, eletta il 15 e 16 maggio 2021. L’11 marzo 2022 si è insediato alla Presidenza del Cile Gabriel Boric, 36 anni, leader studentesco delle proteste dell'ottobre 2019, che si è proposto di riformare radicalmente, in senso progressista, la struttura socio-politica del paese. Nel referendum del 4 settembre 2022, i cileni hanno espresso a larga maggioranza (oltre il 60%) il loro parere negativo sulla bozza della nuova Costituzione, che era stata ampiamente dibattuta e analizzata dalle diverse componenti della società, della Chiesa cattolica e dai rappresentanti delle religioni.
Le elezioni dei Consiglieri costituzionali di domenica 7 maggio aprono quindi un nuovo cammino, che si spera decisivo per risolvere i numerosi problemi in cui si dibatte la nazione, evidenziati anche dai Vescovi nella consueta analisi della realtà sociale dell’ultima Plenaria: la grave crisi della sicurezza, i livelli di violenza raggiunti che finora erano sconosciuti, l’aumento della criminalità organizzata, spesso associata al narcotraffico, la corruzione…
Negli ultimi giorni si sono accese in Cile polemiche sulla scarsa informazione data ai cittadini su questa consultazione elettorale, motivo per cui si registra uno scarso interesse generale, anche se sicuramente molti si recheranno alle urne in quanto la partecipazione è obbligatoria e il non votare comporta sanzioni pecuniarie.
(SL) (Agenzia Fides 5/5/2023)


Condividi: