ASIA/KIRGHIZSTAN - Nuovi dettagli sull’intervento di agenti armati nella chiesa cattolica di Talas

mercoledì, 29 marzo 2023 chiese locali   leggi   minoranze religiose  

Talas (Agenzia Fides) – Nuovi dettagli emersi nelle ultime ore chiariscono la dinamica e la portata dei fatti accaduti domenica 26 marzo presso la parrocchia cattolica di San Nicola a Talas, in Kirghizstan (vedi Agenzia Fides 28/03/2023), dove al termine della celebrazione eucaristica serale, mentre i fedeli iniziavano ad uscire dalla chiesa, alcuni agenti di polizia e del Comitato statale per la sicurezza nazionale sono entrati armati nel luogo di culto, obbligando quanti stavano uscendo a rientrare nell’edificio. Gli agenti hanno multato, per un importo di 90 dollari ciascuna, suor Daniela Činčilová e suor Eva Eliašová, cittadine slovacche della Congregazione delle Suore Francescane Insegnanti, nell’ambito di un procedimento penale ai sensi dell’art. 142 (“Violazione della legislazione sulla libertà di religione e sulle organizzazioni religiose”) del codice penale della Repubblica. Secondo le autorità che hanno disposto l’intervento della polizia, le religiose sarebbero responsabili di aver predicato illegalmente il cattolicesimo tra i residenti di Talas senza l’autorizzazione della Commissione statale per gli affari religiosi. Gli agenti hanno impedito ai fedeli presenti di uscire dall’edificio, affermando che ciò non sarebbe stato possibile fino a quando le suore non avessero firmato il documento che le dichiarava colpevoli, trattenendoli in chiesa per circa un’ora e mezza. Suor Daniela e suor Eva hanno firmato, volendo scongiurare eventuali conseguenze che un loro rifiuto prolungato avrebbe potuto comportare, sebbene la funzione liturgica si fosse svolta nel pieno rispetto della normativa vigente nella Repubblica. Infatti, durante la messa, le due missionarie slovacche hanno solamente letto dall’ambone le due letture previste dal calendario liturgico, ovvero non hanno né predicato, né presieduto la celebrazione eucaristica, entrambe, queste ultime, azioni che un cittadino straniero in Kirghizstan può compiere solo se in possesso di un apposito certificato rilasciato dagli organi governativi competenti. La polizia ha dichiarato di essere in possesso di prove fotografiche che ritrarrebbero le suore nell’atto di predicare. Secondo quanto diffuso in un video ufficiale del Comitato statale per la sicurezza nazionale che mostra alcune immagini dell’operazione svolta, sarebbe stata repressa «un’attività missionaria illegale da parte di due cittadine della Repubblica Slovacca», che sarebbero colpevoli di aver diffuso illegalmente «la propria ideologia». «Adesso il quadro dell’accaduto ci è più chiaro e procederemo secondo gli strumenti giuridici che, in base alla legislazione vigente, ci sono concessi. Riteniamo che l’ingresso in chiesa di agenti armati sia un gesto inammissibile e che la decisione di multare le due suore sia stata presa per errore dal personale locale, dal momento che molto probabilmente non hanno distinto correttamente tra le funzioni che spettano al sacerdote (presiedere la celebrazione e pronunciare l’omelia) e quelle che possono competere agli altri battezzati, e che le due suore stavano compiendo senza alcuna violazione del codice penale in vigore», riferisce all’Agenzia Fides Damian Wojciechowski SJ, fratello gesuita, direttore della curia dell’Amministrazione Apostolica della Kirghizia. «Confidiamo nel fatto che la giustizia possa fare il proprio corso e che le multe siano annullate, dal momento che la Chiesa cattolica in Kirghizstan non fa in alcun modo proselitismo ed è presente nel territorio della Repubblica esclusivamente secondo modalità conformi alle normative vigenti», continua il gesuita.
Oggi in Kirghizstan, Paese a maggioranza musulmano, sono circa 500 i cattolici che frequentano assiduamente le 9 parrocchie presenti nella Repubblica. La chiesa di Talas, riconsacrata nel 2019, è stata la prima ad essere riaperta dopo la fine dell’URSS come chiesa vera e propria. Tra i religiosi cattolici, la presenza numericamente più significativa è quella dei gesuiti (9 sacerdoti e un fratello, provenienti da Slovenia, Vietnam, Stati Uniti, Kazachstan, e Polonia), cui si affiancano 5 suore Francescane Insegnanti, 4 suore Missionarie della Carità, 2 suore Missionarie della Consolata e un sacerdote diocesano della Slovacchia. Attualmente la nunziatura apostolica in Kirghizstan è vacante, dal momento che nell’ottobre 2022 L’Arcivescovo Francis Assisi Chullikatt, ex nunzio in Kazakhstan, Kirghizstan e Tajikistan, è stato nominato nunzio in Bosnia ed Erzegovina e nella Repubblica di Montenegro. (CD) (Agenzia Fides 29/03/2023)


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