AMERICA/ECUADOR - La Commissione dei Popoli indigeni chiede la verità sull’omicidio del leader Eduardo Mendua

lunedì, 6 marzo 2023

Celam

Dureno (Agenzia Fides) - Eduardo Mendúa, leader indigeno nel territorio amazzonico, è stato assassinato nel pomeriggio di domenica 26 febbraio a Dureno, nella provincia di Sucumbios, nella regione settentrionale dell’Amazzonia ecuadoriana, da alcuni uomini incappucciati, che lo hanno ucciso con 12 colpi di pistola nel giardino di casa sua, dove si trovava con la famiglia. La Commissione dei popoli indigeni originari del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano e caraibico), presieduta da Monsignor José Hiráis, Vescovo di Huejutla, chiede un'indagine trasparente che individui gli autori materiali e intellettuali dell'omicidio.
"Come Pastorale dei Popoli Originari, condanniamo profondamente questo atto di violenza e di silenzio dei difensori dei territori che lottano per il rispetto dei diritti dei popoli indigeni", afferma la lettera della Commissione, diffusa da Adn Celam. Esprimendo la sua solidarietà alla famiglia e al popolo Kofán, la lettera sottolinea l’importanza della denuncia di Eduardo Mendúa, soprattutto per quanto riguarda le gravi conseguenze per il territorio, determinate dall'eccessivo aumento dello sfruttamento petrolifero nelle aree abitate ancestralmente dal suo popolo.
Eduardo Mendúa ha svolto il suo ruolo di leader indigeno nel territorio amazzonico come membro della nazionalità Cofàn, appartenente alla Provincia di Sucumbíos e ha anche ricoperto il ruolo di leader delle relazioni internazionali della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador – Conaie. Il 12 gennaio aveva denunciato l'inizio delle operazioni petrolifere nel nord-est dell'Ecuador e la violazione degli accordi firmati con il governo dopo lo sciopero nazionale del giugno 2022 (vedi Fides 22/6/2022;24/6/2022; 01/07/2022;06/07/2022).
"Abbiamo resistito per sei mesi qui nel territorio da quando hanno cercato di iniziare l'operazione petrolifera – affermava Eduardo Mendúa attraverso i social network -. Io, come leader nazionale della Conaie, respingo categoricamente questo tipo di atti da parte del governo che cercano di provocare uno scontro, la violenza tra fratelli Cofanes. Chiedo al governo nazionale: per favore, fermate questa violenza che avete causato". Lo sfruttamento petrolifero in quest'area, oltre a generare gravi danni ambientali, ha anche causato un grave deterioramento delle relazioni tra i membri della comunità Cofán, che si è frammentata. Così il popolo Cofán è diventato vittima di un processo industriale in cui non sono stati precedentemente consultati sull'esecuzione di un progetto espansivo, guidato dalla compagnia petrolifera statale.
La Conaie, attraverso il suo presidente, Leonidas Iza, ha espresso profondo dolore per l’assassinio di Eduardo Mendúa, leader della Conaie, che “ha combattuto contro lo sfruttamento e la contaminazione del petrolio in Amazzonia… Stato, Governo e compagnie petrolifere devono rispondere di questo crimine”. All’indomani dell’omicidio di Mendúa, il Ministro dell’interno, Juan Zapata, durante una conferenza stampa ha parlato di irresponsabilità del movimento indigeno nell’indicare dei colpevoli senza avere delle prove. Ha comunque assicurato che le indagini proseguono secondo le procedure regolamentari, alla ricerca di indizi e con lo svolgimento delle perizie del caso.
(SL) (Agenzia Fides 6/3/2023)


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