AFRICA/SUD SUDAN - Una Chiesa che fiorisce, ma rimane la piaga del tribalismo

sabato, 4 febbraio 2023 papa francesco   chiese locali   tribalismo  

Juba (Agenzia Fides) – Sono 64 le etnie che compongono il complesso mosaico sociale del Sud Sudan. Una convivenza non sempre facile tra le diverse popolazioni al punto che ha finito per alimentare la guerra civile scoppiata nel dicembre 2013 quando il Presidente Salva Kiir ha accusato il Vice Presidente Riek Machar di un tentativo di golpe. Il conflitto scoppiato ai vertici dello Stato ha assunto subito una dimensione etnica, con Kiir appartenente alla maggiore etnia del Paese, i Dinka, e Machar, invece alla seconda numericamente più importante, quella dei Nuer.
La piaga del tribalismo era stata definita “il più grande nemico del Paese” dall’Arcivescovo di Juba, Mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, che sottolineava inoltre che “non possiamo costruire la nostra nazione o la Chiesa fondandole sul tribalismo: se le costruiamo sul tribalismo diremo che non c'è Battesimo, Santa Comunione, Cresima e cadremo perché è qualcosa che ci sta dividendo” (vedi Fides 28/9/2022).
Il richiamo di Papa Francesco nel corso dell’incontro con i membri del clero sud sudanese nella cattedrale di Juba (“Non siamo capi tribù ma pastori compassionevoli e misericordiosi”) può essere interpretato quindi anche come un invito a superare il “virus” del tribalismo che si insinua pure nella Chiesa.
Una Chiesa che ha beneficiato della libertà religiosa accordata dalla Costituzione al momento dalla formazione dello Stato nel 2011. “Da allora- riferisce all’Agenzia Fides Sua Elena Balatti missionaria comboniana a Malakal- il numero dei cristiani in Sud Sudan, inclusi i cattolici, è aumentato costantemente. I battesimi sono nell’ordine delle migliaia ogni anno nelle diocesi”.
La libertà religiosa ha permesso alle Chiese di professare la propria fede e predicare, ma ha portato pure al proliferare di sette e comunità cristiane autoctone, ormai nell’ordine delle centinaia nel Paese.
“Il numero dei battezzati" aggiunge suor Elena "è in continua crescita, e le chiese sono gremite la domenica, ma nelle scelte pratiche importanti gran parte dei cattolici segue le pratiche tradizionali, soprattutto per quanto riguarda la famiglia. I matrimoni celebrati in chiesa sono molto pochi, e prevalgono il matrimonio tradizionale e la poligamia”.
Suor Elena conclude ricordando che “oltre alle sfide pastorali, la Chiesa Cattolica, insieme agli altri membri del Consiglio Ecumenico delle Chiese del Sud Sudan, ha dovuto affrontare la grande instabilità che ha caratterizzato la vita della nuova nazione, segnata dal 2013 al 2018 dalla guerra civile. Nonostante l’accordo di pace del 2018, pace e stabilità sono ancora molto lontane e conflitti a bassa intensità, con occasionali episodi molto violenti, continuano. La gente in generale, non solo i cattolici, sperano che la visita ecumenica di Papa Francesco dia un impulso alla pace” conclude la missionaria. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2023)


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