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Il Cairo (Agenzia Fides) – Nell’intenso programma di sviluppo urbanistico avviato in Egitto, ogni nuovo distretto urbano sorto in ottemperanza alle linee guida stabilite dalle autorità civili avrà anche la sua chiesa, a norma di piano regolatore. Lo ha confermato il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, presiedendo sabato 5 febbraio le celebrazioni per l’inaugurazione della nuova chiesa costruita a El Salam City, distretto urbano industriale e residenziale sorto negli ultimi anni nella vasta area del Cairo.
L’intento dichiarato delle disposizioni presidenziali – riferiscono analisti politici egiziani - è quello di garantire a tutti i cittadini, musulmani e cristiani, la possibilità di prendere parte a celebrazioni riti e attività della propria comunità di fede.
La nuova chiesa, dedicata alla Santa Vergine Maria d’Egitto, diventerà luogo centrale per la vita comunitaria delle famiglie cristiane residenti nei distretti denominati Ahalina 1, Ahalina 2, Ahalina3 e Qubaa. Durante la cerimonia di inaugurazione, il Patriarca Tawadros ha consacrato tre altari della chiesa. Poi, in un passaggio del suo sermone, Papa Tawadros (nella foto) ha ringraziato il Presidente Abdel Fattah al Sisi il Genio militare dell’esercito, le forze di polizia e tutte le istituzioni che hanno contribuito a erigere il nuovo luogo di culto. La costruzione della chiesa, eretta su una superficie di più di mille metri quadrati, era iniziata nel 2019. “E’ bello” ha rimarcato il Patriarca nel suo sermone “che la dirigenza politica si sia impegnata a garantire la presenza di almeno una moschea e una chiesa in ogni nuova realtà residenziale urbana".
Le linee guida ora promosse dalle autorità politiche egiziane acquistano rilievo anche alla luce dei tanti problemi e contrasti registrati in passato intorno all’edificazione di nuove chiese.
Fino al 2016, la costruzione di nuovi luoghi di culto cristiani era ancora condizionata e di fatto ostacolata dalle cosiddette “10 regole” aggiunte nel 1934 alla legislazione ottomana dal Ministero dell'interno, che vietavano tra l'altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l'applicazione rigida di quelle regole aveva impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell'Alto Egitto.
Nei decenni seguiti all’imposizione delle “dieci regole”, molte chiese e cappelle vennero costruite in tutto il territorio egiziano in maniera spontanea, senza tutte le dovute autorizzazioni. Ancora oggi tali edifici, tirati su dalle comunità cristiane locali senza permessi legali, continuano di tanto in tanto ad essere utilizzati come pretesto dai gruppi di facinorosi per fomentare violenze settarie.
La nuova legge sui luoghi di culto, ratificata dal Parlamento egiziano nell’agosto 2016, ha consentito anche di avviare un metodico processo di “legalizzazione” dei luoghi di culto cristiani costruiti in passato senza i permessi richiesti. Il Comitato governativo costituito ad hoc si è riunito 20 volte per dare in ogni occasione il proprio nulla osta alla regolarizzazione legale di chiese e immobili di pertinenza ecclesiastica finora considerati in tutto o in parte abusivi dal punto di vista legale. Finora, come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 24/8/2021), sono 1958 le chiese, i beni immobili di pertinenza ecclesiastica e gli edifici di servizio ausiliari costruiti in passato senza le autorizzazioni necessarie che sono stati condonati e “regolarizzati” dopo aver verificato la loro rispondenza agli standard stabiliti dalla nuova legge sulla costruzione dei luoghi di culto.
(GV) (Agenzia Fides 7/2/2022)