ASIA/AFGHANISTAN - I Barnabiti, con il cuore a Kabul: “Pregate per l’Afghanistan”

sabato, 18 dicembre 2021 evangelizzazione   natale  

Roma (Agenzia Fides) - L’interruzione, dopo un secolo, della missione barnabita a Kabul, non ha posto fine all’impegno e alle attenzioni dei Chierici regolari di S. Paolo (i Barnabiti) verso l’Afghanistan. Lo testimonia il messaggio inviato all’Agenzia Fides da p. Giovanni Scalese, responsabile della Missio sui iuris in Afghanistan, rientrato in Italia in seguito alla crisi politica del Paese, scoppiata lo scorso agosto, con la presa di potere dei Talebani: “Vi invio gli auguri natalizi con la stessa immagine e la stessa citazione evangelica che usai sette anni fa, nel 2014, quando ero in procinto di partire per Kabul. Quest’anno, tornato forzatamente in Italia, posso ripetere con i Magi: ‘Abbiamo visto la sua stella in Oriente!’. Buon Natale! Pregate per l’Afghanistan!”.
P. Scalese, unico sacerdote cattolico in territorio afghano, era stato rimpatriato lo scorso 25 agosto, proprio nei giorni più critici dell’evacuazione degli occidentali da Kabul. Anche in quella fase, aveva espresso fortemente la necessità di pregare per quel popolo: “Missione compiuta. Sono arrivato oggi pomeriggio all'aeroporto di Fiumicino con 5 suore e 14 bambini disabili da loro accuditi a Kabul. Ringraziamo il Signore per il buon esito dell'operazione. E ringrazio anche tutti voi che in questi giorni avete innalzato a lui incessanti preghiere per noi, che evidentemente sono state esaudite. Continuate a pregare per l'Afghanistan e per il suo popolo”.
L’operazione di rimpatrio, organizzata dalla Farnesina, aveva riguardato anche il personale locale dell’Associazione Pro Bambini di Kabul (PBK), che gestiva nella capitale afgana un centro diurno per bambini disabili. Grazie all’impegno dei Barnabiti e del distaccamento italiano dell’associazione, gli afgani giunti a Roma sono stati accolti da diverse congregazioni religiose, che non hanno esitato ad aprire le porte delle proprie case ai rifugiati. Attualmente, l’associazione è impegnata nel cercare di far ricongiungere eventuali membri di nuclei familiari giunti in Italia separatamente nei concitati giorni di fine agosto.
Era il 1921 quando il re Amanullah acconsentì alle richieste di assistenza religiosa cattolica da parte dei diplomatici occidentali. L’Italia, tra i primi paesi a riconoscere politicamente l’indipendenza dell’Afghanistan dall’Inghilterra, fu immediatamente coinvolta: Pio XI decise quindi di affidare la missione ai Barnabiti. Tra governo afgano, italiano e Santa Sede fu stipulato un accordo, mai revocato nel corso degli anni, che prevedeva un’unica vera condizione: evitare ogni forma di proselitismo presso la popolazione locale, per la quasi totalità musulmana. Nel 2002, quella che inizialmente era una semplice assistenza spirituale all’interno di un’ambasciata, fu elevata a Missio sui iuris da Giovanni Paolo II.
(LF-PA) (Agenzia Fides 18/12/2021)


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