VATICANO - Papa Francesco: l’annuncio del Vangelo non è un “modello culturale” da imporre agli altri

mercoledì, 13 ottobre 2021 papa francesco   evangelizzazione   annuncio   inculturazione  

Matteo Ricci e Xu Guangqi

Roma (Agenzia Fides) - La libertà donata gratuitamente da Cristo stesso ai battezzati è una “novità di vita” che può abbracciare “ogni popolo e cultura”, e libera dalle tentazioni e dagli errori – compiuti tante volte anche nella storia dell’evangelizzazione – di voler imporre “un solo modello culturale”, o di prescrivere a altri “il proprio modello di vita come se fosse il più evoluto e il più appetibile”. Così Papa Francesco ha tracciato in maniera netta la linea che separa l’annuncio del Vangelo da ogni campagna promozionale o propagandistica volta a imporre idee, dottrine e modelli culturali. Lo ha fatto l’Udienza generale di oggi, mercoledì 13 ottobre, proseguendo il ciclo di catechesi dedicate alla Lettera ai Galati di San Paolo. Prendendo spunto da quell’epistola dell’Apostolo delle Genti, il Vescovo di Roma ha riproposto le dinamiche elementari con cui l’annuncio del Vangelo si rapporta con le diverse tradizioni e culture umane. “San Paolo” ha ricordato il Papa nella prima parte della sua catechesi “dice che per chi aderisce a Cristo non conta più essere giudeo o pagano. Conta solo «la fede che si rende operosa per mezzo della carità». Credere che siamo stati liberati e credere in Gesù Cristo che ci ha liberati: questa è la fede operosa per la carità”. Allora – ha proseguito il Pontefice ”I detrattori di Paolo – questi fondamentalisti che erano arrivati lì - lo attaccavano per questa novità, sostenendo che egli avesse preso questa posizione per opportunismo pastorale, cioè per “piacere a tutti”, minimizzando le esigenze ricevute dalla sua più stretta tradizione religiosa. È lo stesso discorso dei fondamentalisti d’oggi: la storia di ripete sempre. Come si vede, la critica nei confronti di ogni novità evangelica non è solo dei nostri giorni, ma ha una lunga storia alle spalle”.
Nella parte centrale della catechesi pronunciata durante l’Udienza, il Papa ha sottolineato che per San Paolo seguire Cristo nella fede non comporta “rinunciare non al cuore delle culture e delle tradizioni, ma solo a ciò che può ostacolare la novità e la purezza del Vangelo”. Partendo dalle parole di San Paolo, il Papa ha riproposto i tratti autentici con cui si è dispiegata durante tutta la cidenda storica della Chiesa la relazione tra l’annuncio di Cristo come unico Salvatore e la diversità dei contesti culturali in tale annuncio si diffonde: “la libertà ottenutaci dalla morte e risurrezione del Signore” ha sottolineato Papa Francesco “non entra in conflitto con le culture, con le tradizioni che abbiamo ricevuto, ma anzi immette in esse una libertà nuova, una novità liberante, quella del Vangelo. La liberazione ottenuta con il battesimo, infatti, ci permette di acquisire la piena dignità di figli di Dio, così che, mentre rimaniamo ben innestati nelle nostre radici culturali, al tempo stesso ci apriamo all’universalismo della fede che entra in ogni cultura, ne riconosce i germi di verità presenti e li sviluppa portando a pienezza il bene contenuto in esse”. Sono tante – ha pure riconosciuto il Pontefice - “le tentazioni di voler imporre il proprio modello di vita come se fosse il più evoluto e il più appetibile. Quanti errori sono stati compiuti nella storia dell’evangelizzazione volendo imporre un solo modello culturale! Eppure – ha aggiunto il Papa – occorre riconoscere che “l’uniformità come regola di vita non è cristiana! L’unità sì, l’uniformità no! A volte, non si è rinunciato neppure alla violenza pur di far prevalere il proprio punto di vista. Pensiamo alle guerre. In questo modo, si è privata la Chiesa della ricchezza di tante espressioni locali che portano con sé la tradizione culturale di intere popolazioni. Ma questo è l’esatto contrario della libertà cristiana”. A questo riguardo, Papa Francesco ha ricordato le circostanze passate in cui “si è fermato il modo di fare apostolato in Cina con padre Ricci o nell’India con padre De Nobili. … [Qualcuno diceva]: “E no, questo non è cristiano!”. Sì, è cristiano, sta nella cultura del popolo”. (GV) (Agenzia Fides 13/10/2021)


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