ASIA/TERRA SANTA - Ripartono i pellegrinaggi, ma col contagocce. Speranze deluse per le famiglie che lavorano nei servizi di accoglienza

mercoledì, 13 ottobre 2021 medio oriente   pellegrinaggi   chiese locali   turismo   luoghi santi  

Gerusalemme (Agenzia Fides) – Le migliaia di famiglie di Terra Santa – comprese quelle cristiane - che prima della pandemia vivevano dell’industria del turismo fiorita intorno ai pellegrinaggi ai Luoghi Santi non vedono ancora la fine del tunnel. Dallo scorso 19 settembre, le autorità israeliane hanno avviato una timida riapertura ai viaggiatori provenienti dall’estero, ma i numeri bassi degli arrivi e le pesanti condizioni imposte agli aspiranti pellegrini (nonostante la vantata efficacia delle campagne vaccinali) continuano a tenere in stato di sofferenza tutti i lavoratori e gli operatori del settore, penalizzando in particolare coloro che hanno la loro base e offrono i loro servizi nei territori palestinesi. Un accurato dossier curato da Florence Budry e pubblicato sul sito ufficiale del Patriarcato latino di Gerusalemme, descrive in maniera dettagliata i tanti condizionamenti che non lasciano presagire alcun imminente, massiccio ritorno di pellegrini desiderosi di visitare la terra di Gesù.
Le misure prese dalle autorità israeliane in tema di riapertura al turismo hanno avuto un andamento a singhiozzo. Già nel maggio 2021, dopo la fulminea campagna di vaccinazioni, Israele aveva timidamente riaperto gli aeroporti all’afflusso di pellegrini e turisti provenienti dall’estero. Nei tre mesi successivi, soprattutto a causa dell’imposizione di protocolli sanitari restrittivi, i turisti sbarcati in Israele con viaggi autorizzati sono stati circa duemila, cifra imparagonabile con i milioni di pellegrini che visitavano ogni anno la Terra Santa prima della pandemia. Alla fine di agosto, una nuova sospensione delle autorizzazioni giustificata dalla diffusione del virus nella variante Delta ha paralizzato di nuovo i pellegrinaggi e ogni attività economica connessa ai flussi di pellegrini. Adesso, a partire dallo scorso 19 settembre, le autorità israeliane autorizzano solo l’ingresso di gruppi che prendono parte a viaggi organizzati da agenzie locali di viaggi autorizzate dal governo. Le comitive di pellegrini devono essere costituite da un minimo di 5 a un massimo di 30 persone. I tour operator con sede nei Territori Palestinesi, tra cui Betlemme, sono ancora esclusi dal poter prendere parte a tale pur esigua ripresa delle attività turistiche in Terra Santa.
Gli aspiranti turisti e pellegrini, oltre a mostrare gli attestati di vaccinazione ricevuta e a dichiarare la disponibilità a sottoporsi a numerosi test rapidi, devono anche possedere un'assicurazione sanitaria valida in Israele e nei Territori Palestinesi per l'intera durata del soggiorno che copra anche patologie legate al Covid-19.
Riguardo all’accesso ai Luoghi Santi di Gerusalemme, continuano polemiche e forti critiche alla sentenza con cui all’inizio di ottobre una sentenza di un tribunale israeliano ha nuovamente riconosciuto agli ebrei la facoltà di pregare "in silenzio" nei cortili della moschea di Al-Aqsa. Il pronunciamento ha provocato l’immediata obiezione del Consiglio per le dotazioni islamiche di Gerusalemme. Anche lo Sheikh Omar Al-Kiswani, direttore della moschea di al Aqsa, ha messo in guardia contro l'innesco di una "guerra religiosa" a causa di "preghiere provocatorie" e del tentativo di "imporre una nuova realtà nella moschea di Al-Aqsa". Il movimento islamista Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, ha descritto la decisione come un "attacco alla religione e alla santità" della Città Santa. Anche al Azhar, il massimo centro teologico dell'islam sunnita, ha definito la sentenza della corte israeliana come “una chiara provocazione per i musulmani di tutto il mondo”. Mentre i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Terra Santa, in una dichiarazione diffusa lunedì 11 ottobre, hanno affermato che le sentenza presa dalla corte israeliana “pregiudica il diritto esclusivo dei musulmani al loro Santo Santuario,”, aggiungendo che “le Chiese di Gerusalemme sono al fianco dei loro fratelli e sorelle musulmani, davanti a questa ingiustizia abbattutasi su di loro”. (GV) (Agenzia Fides 13/10/2021)


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