ASIA/FILIPPINE - Vescovi filippini: "No" alla modifica della Costituzione durante la pandemia

mercoledì, 13 gennaio 2021 politica   società  

Manila (Agenzia Fides) - Diversi Vescovi delle Filippine esprimono forti riserve sulle nuove iniziative per modificare, nel tempo della pandemia di Covid-19, la Costituzione in vigore dal 1987. Nel panorama politico filippino, infatti, è stato annunciato da rappresentanti del partito di governo che nella Camera dei Rappresentanti si riprenderà il dibattito sul cambiamento della Costituzione, giustificando la mossa con la necessità di adeguare alcune misure per affrontare la pandemia. La Commissione della Camera sugli emendamenti costituzionali riapre ufficialmente le audizioni oggi, 13 gennaio, mentre anche alcuni leader dell'opposizione politica si sono pronunciati a favore di una revisione della Carta. Membri del partito di governo sostengono che allentare le restrizioni costituzionali sui diritti di proprietà, relativi a persone e società straniere, presumibilmente aiuterebbe a compensare gli effetti paralizzanti della pandemia sull'economia filippina.
"I fautori del cambiamento stanno portando tutti i tipi di ragioni per il cambiamento della Carta", ha detto il Vescovo Broderick Pabillo, Amministratore apostolico di Manila. “Prima hanno addotto motivi economici, poi ragioni legate alla riforma delle leggi sui partiti, ora il coronavirus. Questo è molto sospetto" ha detto. Avviare un processo di revisione costituzionale, oggi, potrebbe aprire la strada a una proroga dei termini del mandato parlamentare. "In questo momento, spingere per il cambiamento significherebbe evitare le elezioni" ha sottolineato Mons. Pabillo.
Anche il Vescovo emerito di Novaliches, Mons. Teodoro Bacani, ha espresso preoccupazione per la recente campagna per cambiare la Carta, a meno di due anni dalla fine dell'amministrazione del presidente Duterte, stigmatizzando come "pretesto" la presunta necessità di affrontare l'epidemia di coronavirus. Il Vescovo emerito di Sorsogon, Mons. Arturo Bastes, ha poi messo in dubbio la tempistica dei rinnovati colloqui per il cambiamento della Carta, all'interno del Congresso: “Non c'è affatto bisogno di cambiare la Costituzione a causa di una pandemia, che non ha alcun effetto reale sulla nostra attuale Costituzione. Mi oppongo a questa rinnovata spinta per il cambiamento della Carta” ha detto.
Il Presidente Duterte da tempo ha espresso la volontà di dare vita a un sistema di governo federale. Per discutere gli emendamenti alla Carta, il Congresso dovrebbe trasformarsi in una Assemblea Costituente, secondo uno dei 3 modi previsti per emendare la Carta fondamentale.
Secondo gli analisti, una volta aperta un'Assemblea Costituente, si potrebbero inserire nuove disposizioni politiche, ad ogni livello: "Potrebbe essere un grande passo verso le sabbie mobili" ha messo in guardia il professor Antonio La Viña, docente di diritto costituzionale. Questo aspetto genera la necessaria prudenza dei leader della Chiesa cattolica sulle possibilità di emendare la Costituzione.
Già nel 2018 la Conferenza episcopale cattolica delle Filippine (CBCP) aveva disapprovato l'intenzione dell'amministrazione Duterte di rivedere la Costituzione del 1987 per passare a un sistema federale. Tra "povertà diffusa, disuguaglianza e violenza nel nostro paese", afferma la dichiarazione del 2018, "la modifica della legge fondamentale del paese, così attentamente elaborata per il bene comune dopo anni di dittatura, richiede la partecipazione e la consultazione delle persone, unità di visione , trasparenza e relativa serenità". Secondo i Vescovi, una eventuale revisione della legge fondamentale dovrebbe portare a "una maggiore difesa e promozione dei valori morali, della dignità umana e dei diritti umani, dell'integrità e della verità, della partecipazione, della solidarietà e del bene comune".
(SD-PA) (Agenzia Fides 13/1/2021)


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