Sydney (Agenzia Fides) - La scelta di riconvertire in moschea il complesso monumentale di Ayasofia, a Istanbul, “rischia di seminare divisione in un mondo in cerca di un terreno comune”. Lo affermano il presidente della Conferenza episcopale cattolica e il capo dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d’Australia, in una dichiarazione congiunta pervenuta all’Agenzia Fides. Nel comunicato, i due leader, l’Arcivescovo cattolico Mark Coleridge e l’Arcivescovo greco-ortodosso Makarios, affermano di voler unire le proprie voci “alle molte altre che, in tutto il mondo, hanno espresso profondo rammarico per la recente decisione della Turchia di cambiare lo status di Ayasofya".
La struttura, cattedrale cristiana per oltre 900 anni prima di diventare una moschea nel XV secolo, era stata trasformata in un museo secolare nel 1935. Di recente la decisione del governo turco di renderla nuovamente una moschea.
“Negli ultimi 85 anni, l’edificio ha rappresentato un vero e proprio emblema del patrimonio culturale mondiale e un simbolo di inclusività. La nostra paura è che ciò possa aggravare la tensione tra cristiani e musulmani in un momento in cui dobbiamo perseguire la strada del dialogo e cercare un terreno comune. Il percorso dell'ideologia nazionalista e le decisioni politiche che suggerisce possono condurre solo alla divisione, che non è mai il frutto della saggezza che tutte le religioni cercano", si legge ancora nella nota dei due leader religiosi australiani.
Gli Arcivescovi hanno assicurato le loro preghiere per il popolo turco, in particolare per i cristiani, "molto rattristati da questa decisione". "Preghiamo anche perché, con il tempo, possa esserci un’inversione e che Ayasofya possa essere nuovamente per tutti un terreno comune di incontro e un emblema di pace", hanno concluso.
Come aveva fatto sapere a inizio luglio il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, Ayasofya è stata riaperta al culto islamico con la preghiera di venerdì 24 luglio. L’annuncio era stato preceduto da una sentenza del Consiglio di Stato turco, che di fatto annullava il decreto del 1934 con cui l’antica basilica bizantina veniva convertita in museo. (LF-PA) (Agenzia Fides 25/7/2020)