Trasmettere alle generazioni future il patrimonio missionario dell’Oceania

giovedì, 14 aprile 2005

Città del Vaticano (Fides) - “Vogliamo trasmettere ai secoli che verranno e alle generazioni che seguiranno il ricco patrimonio dell’evangelizzazione dell’Oceania. E’ infatti necessario che quelle popolazioni abbiano parte in pienezza all’amore di Cristo …”. Nell’omelia della celebrazione di chiusura dell’Assemblea speciale per l’Oceania del Sinodo dei vescovi, che si è svolta sabato 12 dicembre 1998 nella Basilica Vaticana, Giovanni Paolo II ha sottolineato il significato di queste Assemblee continentali. “Celebreremo presto il Giubileo millenario della nascita di Cristo, che segna anche le origini del Vangelo e della Chiesa… Avvicinandosi l’anno 2000 la Chiesa si fa pellegrina lungo i sentieri del mondo intero. Essa sente un bisogno profondo di riflettere e quasi di ritrovarsi su quelle vie lungo le quali ha camminato - e si potrebbe dire - ha corso il Vangelo… Il Sinodo che oggi si chiude, come pure le precedenti e le successive speciali Assemblee dedicate ai vari continenti, risponde proprio a questo scopo.”.
Ripercorrendo la storia dell’evangelizzazione nei vari continenti, Giovanni Paolo II ha ricordato come Australia ed Oceania vennero raggiunte per ultime dai grandi navigatori: “Con loro arrivarono in quelle terre i missionari, portando il Vangelo e spesso confermandone la verità divina con il martirio. Basti ricordare, tra i tanti, san Pietro Chanel”. Il Papa ha poi salutato i Padri sinodali, che hanno portato “le ricchezze spirituali” dei loro popoli ed anche “i problemi che essi incontrano”, tra cui le minacce e i tentativi di isolamento della religione, che si vorrebbe ridurre ad “esperienza individuale priva di capacità di influsso nella vita sociale”. “Sono emerse le sfide della modernità e del secolarismo - ha proseguito il Papa - che richiedono sollecitudine e carità pastorale in vari ambiti… Gesù Cristo, anche per i popoli dell’Oceania, è la via da seguire, la verità da proclamare, la vita da vivere.”
La celebrazione conclusiva del Sinodo è stata arricchita, sia pure in misura minore rispetto a quella di apertura, dalle espressioni rituali proprie delle comunità dell’Oceania: il suono delle conchiglie all’inizio della Messa e al Vangelo; i movimenti di danza che hanno accompagnato la processione delle offerte; le ghirlande di fiori portate al Papa da un bambino; il rito liturgico dell’isola di Tonga alla dossologia: i canti in samoano e fijano; le letture e le preghiere in inglese, francese, maori, bislama, tok pisin, fijano, tahitiano. (Agenzia Fides 14/4/2005)


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