ASIA/INDIA - La Chiesa al governo: eliminare la discriminazione sui dalit cristiani

venerdì, 20 febbraio 2015

New Delhi (Agenzia Fides) – La Chiesa indiana chiede al governo di eliminare le discriminazioni legalizzate esistenti per i dalit cristiani: come ha dichiarato l’Arcivescovo di Delhi, Sua Ecc. Mons. Anil Couto, è tempo di reintrodurre a beneficio dei dalit cristiani, le disposizioni negate per sei decenni, di cui invece godono i dalit indù. “Si tratta di un chiaro caso di ingiusta discriminazione e sulla base religiosa, che non può esistere in una nazione laica” ha notato. L’Arcivescovo si riferisce all’Ordine presidenziale del 1950, che dispone speciali garanzie nel campo dell’istruzione, del lavoro e dei servizi sociali per promuovere l’emancipazione e lo sviluppo dei dalit, ma riservandole solo ai dalit di religione indù.
Come appreso da Fides, la richiesta è stata ribadita dal Card. George Alencherry, Arcivescovo maggiore della Chiesa siro-malabarese. Negli ultimi sei decenni gruppi cristiani hanno condotto una campagna per porre fine a questa “discriminazione di stato”, ma finora i governi indiani non hanno adottato alcun provvedimento.
I Vescovi indiani si sono spesso focalizzati sull’accesso ai diritti e sulla pari dignità per le minoranze religiose e sui dalit. Secondo la tradizione induista, i dalit sono coloro che “non nacquero da Dio” e sono fuori dal sistema castale che include bramini, guerrieri, mercanti, contadini. Molti dalit si convertono alla fede cristiana perché nell’annuncio del Vangelo ritrovano la dignità di figli di Dio. I dalit cattolici costituiscono oltre il 60% della comunità dei cattolici indiani (17 milioni di fedeli in tutto). (PA) (Agenzia Fides 20/2/2015)


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