AMERICA/VENEZUELA - Povertà, infrastrutture carenti, controlli precari: terreno fertile per la chikungunya

sabato, 6 dicembre 2014

Caracas (Agenzia Fides) – I casi di chikungunya (malattia febbrile acuta virale) registrati in Venezuela rappresentano il doppio rispetto a quelli di altri 37 Paesi. Secondo l’Organizzazione Panamericana della Sanità, nel Paese la pandemia deve essere considerata una epidemia visto che i dati ufficiali dichiarano che oltre il 15% delle abitazioni fanno da serbatoio per i mosquitos che trasmettono la malattia. Finora sono stati registrati 1 milione e mezzo di casi, e si ritiene che ce ne siano altrettanti di persone che non si rivolgono ai centri di assistenza e si curano da sole. Il virus si è esteso rapidamente in tutti i Caraibi e parte dell’America Latina. Haiti sta dimostrando di essere particolarmente vulnerabile perché molte persone vivono in case sovraffollate, instabili, con condizioni igieniche terribili, terreno ideale per le zanzare che trasmettono la malattia.
La mancanza di infrastrutture di base, le precarie misure di controllo dei mosquitos e le profonde disuguaglianze sociali ed economiche, ostacolano gli sforzi per la prevenzione e il trattamento. Dal primo caso documentato del virus, ad Haiti a maggio, ce ne sono stati altri 40 mila sospetti. Gli unici luoghi dove si registrano più casi sono la vicina Repubblica Domenicana e Guadalupe. Ci sono tuttavia molti segnali che lasciano pensare che la cifra reale ad Haiti sia di gran lunga superiore. Si tratta di un Paese di 10 milioni di persone che vivono di sfide continue, una povertà schiacciante, la mancanza di accesso all’acqua potabile e il fatto che almeno 146 mila sfollati del terremoto del 2010 vivono ancora in abitazioni di fortuna. (AP) (6/12/2014 Agenzia Fides)


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