ASIA/FILIPPINE - Un missionario: “L’accordo governo-ribelli decisivo per il futuro di Mindanao”

lunedì, 8 ottobre 2012

Zamboanga (Agenzia Fides) – L’accordo di pace raggiunto fra il governo delle Filippine e i ribelli del “Moro Islamic Liberation Front” (Milf) “sarà decisivo per il futuro di Mindanao e per lo sviluppo delle sue popolazioni di cristiani, musulmani e lumad (indigeni)”. E’ quanto dichiara all’Agenzia Fides p. Sebastiano D’Ambra, PIME, da 40 anni sull’isola di Mindanao e fondatore del movimento islamo-cristiano “Silsilah”, all’indomani dell’intesa annunciata fra le parti. “Il presidente Aquino – prosegue il missionario – ha fortemente voluto un accordo di pace, ma entrambe le parti hanno dimostrato buona volontà. Il punto nodale è quello del ‘domino ancestrale’, che determina le terre e le risorse naturali assegnate ai gruppi musulmani locali”. Tuttavia, nota p. D’Ambra, “ci sono ancora fazioni islamiche che non accettano l’accordo e che intendono combattere” e che, dunque, “resta fondamentale l’opera di dialogo e di costruzione di buone relazioni fra cristiani e musulmani nelle Filippine Sud”.
Nei giorni scorsi governo e ribelli del MIlf hanno raggiunto un accordo sul conflitto che da oltre 40 anni tocca il Sud dell’arcipelago. L’accordo, stipulato nella 32a sessione di colloqui negoziali, tenutasi a Kuala Lumpur dal 2 al 7 ottobre, è stato definito “pietra miliare per il paese” e sarà ratificato ufficialmente dalle parti il 15 ottobre. In un comunicato congiunto diffuso al termine dei colloqui, pervenuto a Fides, le parti affermano che l’intesa servirà come “architrave globale per il processo di pace” e “getta le basi per una pace giusta e duratura a Mindanao”, la grande isola delle Filippine Sud.
L’accordo, che sarà sottoposto a referendum popolare, prevede di creare entro il 2016 una regione musulmana semi-autonoma in un’area di Mindanao, dove vive la consistente minoranza di circa 6 milioni di musulmani filippini. Il governo manterrà il controllo della difesa e della sicurezza, nonché la gestione della politica estera ed economica. Le parti daranno vita a un Comitato provvisorio per gestire la fase di transizione che dovrà supervisionare cinque province, tre città e sei comuni che faranno parte della regione autonoma. I comuni potrebbero aumentare in seguito alle elezioni locali, previste nel 2013.
Il risultato è un successo per la presidenza di Benigno Aquino jr che, nel suo programma politico, aveva promesso un accordo di pace che, rimarca il comunicato congiunto, “da un lato garantisca i diritti, la dignità e la prosperità del popolo Bangsamoro (come si definiscono i musulmani filippini, ndr)” e, al tempo stesso, “rispetti la sovranità e la Costituzione delle Filippine”. (PA) (Agenzia Fides 8/10/2012)


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