ASIA/FILIPPINE - “Confidiamo nell’ impegno del governo per i diritti umani”, dice un Gesuita

sabato, 17 luglio 2010

Manila (Agenzia Fides) – Organizzazioni per la difesa dei diritti umani come “Human Rights Watch” chiedono al nuovo Presidente Benigno Aquino di rafforzare l’impegno per la difesa dei diritti umani nel paese, smantellando gli apparati e le strutture di contro-potere che si annidano nella pubblica amministrazione e nell’esercito. L’appello giunge dopo l’uccisione del terzo attivista nel giro di 10 giorni, all’indomani dell’insediamento di Aquino: dopo Jose Daguio e Fernando Baldomero (vedi Fides 8/7/2010), il 12 luglio è stato ucciso a Masbate Mark Francisco, insegnante di 27 anni.
“Credo che il Presidente conosca bene questi problemi e che stia iniziando ad affrontarli. Confidiamo nel suo impegno”, commenta all’Agenzia Fides il gesuita p. Albert Alejo SJ, impegnato per la difesa dei diritti umani soprattutto nell’isola di Mindanao, dove risiede. “Aquino viene da una famiglia che ha sofferto, nell’era della dittatura, abusi e violazioni. I recenti casi di attivisti uccisi sono, a mio parere, rigurgiti di forze legate alla vecchia amministrazione, che intendono mettere in difficoltà il presidente di fronte all’opinione pubblica. Urgono una indagine veloce e misure accurate”, nota il gesuita.
“Uno dei problemi principali per il nuovo presidente è quello di una riforma e di un ri-orientamento delle forze armate”, rimarca p. Alejo. Gruppi della società civile hanno denunciato che gli “squadroni della morte”, che eseguono gli omicidi mirati, sono manovrati dalle forze armate. “E’ un settore molto importante e delicato, chiave per un autentico rispetto dei diritti umani e delle libertà dei cittadini. La nuova amministrazione l’ha messo fra le priorità” nota, ricordando che Aquino ha iniziato l’opera di rinnovamento dei vertici delle forze armate.
In una lettera aperta al nuovo presidente, “Human Rights Watch” (HRW) afferma che sul tema dei diritti umani “Aquino deve mantenere le sue promesse e adottare misure immediate per porre fine agli omicidi extragiudiziali e ricondurre alla giustizia i colpevoli e i mandanti”. In numerose province, nota HRW, potenti famiglie utilizzano milizie private, “spesso responsabili dei crimini”. Il nuovo governo, si chiede, deve rafforzare i programmi di protezione dei testimoni; abolire gli eserciti privati e i gruppi paramilitari collegati alle forze armate; istituire rigidi controlli sui governi locali, eliminando gli arsenali e combattendo efficacemente il traffico di armi, smantellare gli “squadroni della morte” e indagare seriamente sul coinvolgimento di settori del governo o dell’esercito nella loro gestione. (PA) (Agenzia 17/7/2010)


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