AFRICA/REPUBBLICA CENTRAFRICANA - “Un cristianesimo disincarnato non ha diritto di cittadinanza in Centrafrica” affermano i Vescovi invitando i fedeli a impegnarsi in vista delle elezioni

giovedì, 18 febbraio 2010

Bangui (Agenzia Fides)- È stata superata la crisi politica che minacciava lo svolgimento delle prossime elezioni nella Repubblica Centrafricana. Domenica 14 febbraio l’opposizione e i movimenti ribelli centrafricani hanno infatti annunciato il loro ritorno nella Commissione Elettorale Indipendente (CEI), l’organo incaricato di preparare le elezioni presidenziali e legislative, che dovranno tenersi entro l’anno, in una data ancora non stabilita.
Il 13 gennaio, i partiti dell’opposizione, gli ex movimenti ribelli e alcune formazioni di centro avevano annunciato la sospensione della loro partecipazione alla Commissione elettorale per protestare contro il suo Presidente, accusandolo di essere di parte.
L’accordo raggiunto non prevede le dimissioni del Presidente della CEI, ma stabilisce una verifica amministrativa e finanziaria sulla gestione della Commissione elettorale.
Le prossime elezioni sono previste dagli accordi raggiunti nell’ambito del “Dibattito politico inclusivo” avviato alla fine del 2008 tra governo, opposizione, ex movimenti ribelli e la società civile (vedi Fides 15/12/2008). All’inizio del 2009 è stato formato un governo di unità nazionale (vedi Fides 20/1/2009).
I Vescovi centrafricani hanno di recente lanciato un appello affinché le elezioni siano un’occasione per la ricostruzione del Paese. In un messaggio ai cattolici e agli uomini di buona volontà, inviato all’Agenzia Fides, i Vescovi esortano i centrafricani a operare perché “le prossime elezioni siano un vero cammino di maturità politica e democratica”. “L’esperienza- continua il messaggio- dimostra che alcuni Paesi del continente africano che sono riusciti a organizzare elezioni autenticamente democratiche sono usciti da situazioni di guerra per ricostruire una nazione unita, riconciliata e accresciuta”.
I Vescovi richiamano i fedeli a contribuire allo sviluppo del Paese, vivendo la fede con coerenza. “Quale cammino o quale luce possiamo donare al Paese per imprimergli o proporgli un senso storico autentico che gli permetta di far parte integrante del concerto delle nazioni ? Questa sfida della fede, che deve costituire un trampolino per la ricostruzione effettiva del nostro Paese, deve caratterizzare i nostri atti, le nostre riflessioni e la nostra maniera di condurre gli affari della nazione”.
“Un cristianesimo disincarnato non ha diritto di cittadinanza in un Centrafrica, colpito da numerosi mali e disgrazie. Facciamo la storia con la nostra fede” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 18/2/2010)


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