AFRICA/SUDAFRICA - “Facciamo appello a tutte le parti interessate a sfruttare questa situazione per impegnarsi per il buon governo” scrivono i Vescovi dopo la fine dell'inchiesta di corruzione del principale candidato alla Presidenza

martedì, 7 aprile 2009

Johannesburg (Agenzia Fides)- “La decisione della Procura Generale di non procedere con l'accusa nei confronti di Jacob Zuma ha negato una volta per tutte sia all'onorevole Zuma sia al Paese la possibilità di stabilire la sua innocenza o colpevolezza, attraverso un normale processo in un tribunale di diritto” afferma Sua Eminenza il Cardinale Wilfrid Napier, Arcivescovo di Durban e portavoce della Southern African Catholic Bishops’ Conference (la Conferenza Episcopale che riunisce i Vescovi di Sudafrica, Botswana e Swaziland) in un comunicato inviato all'Agenzia Fides. Ieri, 6 aprile, la Procura Generale sudafricana ha annunciato la cessazione dei procedimenti giudiziari per corruzione contro Jacob Zuma, il candidato che ha più chance di vincere le elezioni presidenziali del 22 aprile.
Nel Paese si sono levate critiche per la decisione della Corte che mette fine a otto anni di indagini a sole due settimane delle elezioni. “Tuttavia- scrive il Cardinale Napier- nell'interesse della pace, del risanamento degli animi e della riconciliazione, facciamo appello a tutte le parti interessate ad utilizzare questa spiacevole situazione come un'opportunità per impegnarsi per il buon governo, con la dovuta responsabilità e trasparenza. È fondamentale che tutti coloro che detengono posizioni di responsabilità imparino da questo episodio a respingere la corruzione in tutte le sue forme”.
“Concentriamo le energie della nazione sui diversi e gravi problemi che devono affrontare i sudafricani, che hanno sofferto a causa di questo spreco di preziose risorse” conclude il Cardinale Napier.
Jacob Zuma è il leader dell'Africa National Congress (ANC), lo storico partito di Nelson Mandela che guida il Sudafrica dal 1994 (anno della fine dell'apartheid), ed è il candidato considerato con la più alta probabilità di vincere le elezioni presidenziali del 22 aprile. Egli deve però far fronte alla sfida portata da una nuova formazione politica, il COPE (Congress of the People), creata da un'ala dissidente dell'ANC. Il COPE fu costituito all'indomani delle dimissioni del Presidente Thabo Mbeki, dopo che il Comitato Esecutivo dell'ANC lo aveva revocato dalla carica di Capo dello Stato con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del regolare mandato per un presunto coinvolgimento nella congiura architettata al fine di mandare sotto processo Zuma, suo principale rivale all'interno del partito (vedi Fides 19/12/2007 e 22/9/2008).
Zuma era stato accusato di aver intascato tangenti da un'azienda francese nell'ambito del megacontratto per l'acquisto di armamenti stipulato dal Sudafrica nel 1999. Prosciolto da un giudice nel 2008, all'inizio di gennaio 2009 la Corte Suprema d'Appello sudafricana ha rovesciato la sentenza di proscioglimento, aprendo così la strada ad un nuovo processo. La decisione di ieri della Procura Generale chiude la vicenda giudiziaria, ma non quella politica. (L.M.) (Agenzia Fides 7/4/2009 righe 34 parole 445)


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