AMERICA/BOLIVIA - “Chiamati ad esercitare un voto cosciente, libero e responsabile”: documento dei Vescovi in vista del referendum del 25 gennaio sulla nuova Costituzione

venerdì, 16 gennaio 2009

Cochabamba (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale della Bolivia ha diffuso un Messaggio pastorale con il titolo "Chiamati ad esercitare un voto cosciente, libero e responsabile" nel quale analizzano i dieci aspetti positivi ed i dieci più preoccupanti della nuova Costituzione che sarà sottoposta a referendum il prossimo 25 gennaio.
Tra gli aspetti positivi, i Vescovi indicano tra gli altri il riconoscimento dei popoli indigeni ed i settori storicamente emarginati, la partecipazione dei gruppi sociali e civili alla vita del paese, l'arricchimento del sistema dei diritti, la protezione della famiglia ed il diritto alla salute. Sono stati riconosciuti ed incorporati anche i concetti di Nazione boliviana e della nazionalità boliviana; è stato reinserito il principio democratico della rappresentanza politica di maggioranze e minoranze nell'Assemblea Legislativa. Alcuni aspetti eccessivi di controllo sociale sono stati ridimensionati.
Tra gli aspetti che maggiormente preoccupano i Vescovi, figura il fatto che il progetto della nuova Costituzione non riconosca “la profonda realtà religiosa del popolo boliviano che professa in maggioranza la fede cristiana” ed ignori "la rilevanza storica, culturale e sociale della Chiesa cattolica". Il progetto, nel suo articolo 4, stabilisce che "lo Stato è indipendente dalla religione", e ciò costituisce una novità rispetto alle precedenti Costituzioni boliviane che stabilivano come religione ufficiale quella cattolica.
I Vescovi notano anche che il Progetto della nuova Costituzione non riconosce il diritto alla vita “dal concepimento” e ciò “potrebbe aprire la strada alla legalizzazione dell'aborto". Inoltre, come avevano notato già in altre occasioni, "l'ambiguità dei diritti cosiddetti sessuali e riproduttivi, mette in pericolo l'integrità della famiglia nella sua funzione procreativa e debilita il diritto alla missione educativa dei genitori verso i suoi figli".
Un altro dei punti che preoccupano i Vescovi è “l’ampio margine di discrezionalità" che la nuova Costituzione concede allo Stato in aspetti come l'applicazione retroattiva di sanzioni per delitti come il tradimento della patria. Stimano, inoltre, che considerare come "tradimento della patria” il fatto di "violare il regime costituzionale delle risorse naturali" o "attentare all'unità del paese" potrebbe portare a "una persecuzione politica altamente illegale riguardo ai diritti fondamentali". Sul modello economico fissato dal testo costituzionale, la Chiesa cattolica mette in allarme sulla tendenza verso un sistema "statalista" e "centralizzato".
I Vescovi concludono il documento con un appello a tutti i boliviani, a "considerare questo atto elettorale come uno dei più importanti della storia boliviana, che segnerà il suo presente e il suo futuro". E pertanto ad assumere "con responsabilità il diritto-dovere di ogni cittadino a recarsi alle urne con la dovuta conoscenza e discernimento circa il Progetto della nuova Costituzione", prendendo una decisione "fondata sui valori e sui principi di una società più giusta, libera, equa, solidale, fraterna, senza discriminazioni ed illuminata dai contenuti della fede e della morale cristiana." Lanciano inoltre un appello alle autorità pubbliche ed ai leader sociali a garantire un processo elettorale libero, pacifico e trasparente, ed a tutti i fedeli di unirsi in preghiera rivolti al Signore "affinché ci infonda saggezza e coraggio, e conceda il dono della pace e dell'unità a tutto il paese boliviano". (RG) (Agenzia Fides 16/1/2009)


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