ITALIA - In tutto il mondo si lavora con grande impegno per combattere e prevenire l’AIDS, ma una corretta informazione è alla base di ogni intervento. A cura dell’Associazione Italiana Politrasfusi

sabato, 3 aprile 2004

Roma (Agenzia Fides) - I centri urbani, le zone turistiche, generalmente hanno una più elevata prevalenza di infezione da HIV rispetto alle zone rurali. Lo spostamento di popolazioni, la vicinanza alle grandi vie di comunicazione, l’intensa migrazione e la mobilità di popolazione per ragioni economiche influenza fortemente la diffusione dell’HIV. La percentuale di infezioni tra i lavoratori del sesso è valutata attorno all’80% a Nairobi, al 55% a Cuba e vede l’Europa al 33%.
I paesi del Nord Europa sono più aperti e hanno meno tabù in confronto all’Italia, ma dall’Australia alla Scozia, dal Portogallo all’Estonia ed oltre oceano, l’obiettivo è comune ed unisce tutti gli sforzi compiuti per affrontare la battaglia contro il virus dell’Hiv/Aids.
La realtà dell’infezione da Hiv/Aids si sta trasformando in funzione delle terapie attualmente a disposizione delle clinica e che si stanno affacciando sempre più alla ricerca mondiale.
La scoperta di nuovi farmaci antivirali più potenti (inibitori della proteasi) e la disponibilità di più farmaci che possano evitare resistenze al virus, hanno dato una nuova speranza nella lotta all’Aids portandoci ad assistere: alla diminuzione dell’evoluzione in Aids dei soggetti dove queste terapie sono state introdotte prima nelle persone; alla diminuzione della mortalità dopo l’uso dei nuovi farmaci (circa il 30% in meno); la sperimentazione dei nuovi farmaci ha migliorato le condizioni di salute dei malati. E’ vero che questi risultati possono essere di durata non definitiva in quanto si avranno nuove resistenze dei virus ma è altrettanto vero che la ricerca sta mostrando un numero sempre maggiore di farmaci che possono sostituirsi l’un l’altro per bloccare l’effetto letale del virus.
Dal 1982, anno della prima diagnosi di Aids in Italia, al 30 giugno 2003, sono stati notificati 51.968 casi cumulativi. Di questi, 40.411 (77,8%) sono di sesso maschile, 725 (1,4%) sono casi pediatrici (età inferiore a tredici anni), e 3.056 (5,9%) sono stranieri. L’età media alla diagnosi è di 34 anni per i maschi e di 32 per le femmine. Al 30 giugno 2003 sono deceduti 33.564 persone pari al 64,6% del totale dei casi notificati ma, data la non obbligatorietà della notifica della morte per Aids, la quota dei decessi è sottostimata. Nel primo semestre del 2003 sono stati notificati 848 nuovi casi di AIDS. (AP/AM) (3/4/2004 Agenzia Fides)


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