AFRICA/UGANDA - La visita del Presidente egiziano a Kampala rafforza la collaborazione tra i due Paesi per la gestione del Nilo, ma alimenta qualche preoccupazione da parte di altri Paesi

martedì, 2 settembre 2008

Kampala (Agenzia Fides)- Uganda ed Egitto rafforzano la collaborazione per la gestione delle acque del Nilo dopo la visita a fine agosto del Presidente egiziano, Hosni Mubarak, nella capitale ugandese, Kampala.
Il Capo dello Stato egiziano ha espresso interesse al suo omologo ugandese, Yoweri Museveni, a cooperare con l'Uganda nel far sì che siano rispettati i diritti di tutti i Paesi interessati nello sfruttamento delle acque del Nilo. L'Egitto si è inoltre impegnato a portare a 33 milioni di dollari l'aiuto concesso a Kampala per combattere la diffusione del giacinto d'acqua nel Lago Vittoria e nel Nilo. Si tratta di una pianta acquatica di origine sud-americana che si è diffusa in Africa da qualche decennio e che provoca gravi danni ambientali (scarsa ossigenazione delle acque con conseguente moria di pesci, ecc...).
Egitto ed Uganda hanno anche discusso come integrare le loro rispettive industrie turistiche. L'Egitto infatti accoglie ogni anno 14 milioni di turisti e l'Uganda desidera creare un circuito turistico che comprenda località di entrambi i Paesi, sfruttando anche il legame offerto dal Nilo. Un'altra area di collaborazione tra Egitto ed Uganda è quella sanitaria: il Cairo intende aiutare l'Uganda nel migliorare le proprie infrastrutture sanitarie e la lotta a malattie come il cancro.
Sul piano politico, i due Capi di Stato hanno affrontato la questione della messa in stato di accusa da parte della Corte Penale Internazionale del Presidente sudanese Oman Al Bashir, per i massacri nel Darfur. “Uganda e l'Egitto appoggiano la posizione che è stata presa dal Consiglio di sicurezza dell'Unione Africana e accettano di lavorare con l'Organizzazione della Conferenza islamica (OIC) per una posizione accettabile orientata alla ace nel Darfur, nel Sudan e in tutta la regione” ha affermato un portavoce governativo”. L'Unione Africana e la Lega Araba hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di rimandare la decisione della Corte Penale Internazionale di spiccare un mandato d'arresto contro il Presidente sudanese.
Sia Kampala sia l'Egitto, pur vicini al campo occidentale, non desiderano che il conflitto in Sudan si acuisca e degeneri in una guerra regionale con conseguenze imprevedibili. Il Nilo, linfa vitale per l'agricoltura egiziana, attraversa l'intero territorio sudanese da sud a nord, prima di arrivare nel Paese nordafricano. E il Sudan sa quanto gli egiziani siano preoccupati di una qualsiasi situazione che potrebbe compromettere l'afflusso delle acque del fiume.
La questione del Nilo è infatti strategica per tutti i Paesi attraversati del lungo fiume. Per coordinare le politiche relative alla gestione del fiume è stata creata la “Nile Basin Initiative” (NBI), un'organizzazione intergovernativa che riunisce i Paesi del bacino del Nilo: Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Eritrea (ancora come osservatore), Etiopia, Kenya, Rwanda, Sudan, Tanzania e Uganda. Ma ogni tanto vi sono tensioni tra i partecipanti. La Tanzania, per esempio, sospetta che l'Uganda e l'Egitto abbiano raggiunto un accordo segreto sull'uso delle acque del Nilo. La Tanzania è preoccupata dal fatto che che l'Uganda stia rilasciando un quantitativo di acqua nel fiume al di là del normale flusso dal Lago Vittoria ai fini della generazione di energia idroelettrica Si tratta di un processo che garantisce più acqua verso l'Egitto, ma che danneggia l'ecosistema del lago. Da qualche tempo è diminuito il livello delle acque del Lago Vittoria, con gravi danni ambientali. (L.M.) (Agenzia Fides 2/9/2008 righe 39 parole 544).


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