Roberto Di Ceglie - “LUIGI GIUSSANI: UNA RELIGIONE PER L'UOMO” - Edizioni Cantagalli

venerdì, 25 luglio 2008

Roma (Agenzia Fides) - Roberto Di Ceglie, professore di Filosofia della religione presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense, compie un excursus molto interessante nel pensiero di Don Luigi Giussani. Egli prende in esame la filosofia intesa come appetito conoscitivo che cerca di comprendere la vita come oggetto dell'esperienza: proprio nel compiere questo sforzo si rende conto che indagare l'esistenza significa analizzare ciò che è più immediato, più ovvio, più vicino a noi in quanto nostra origine. Proprio questo è il punto di contatto con la dimensione religiosa: la religione, infatti, chiedendo fiducia su qualcosa di non direttamente visibile, parla dell'esperienza più ovvia: quella che tutti fanno della vita come di qualcosa che esiste ma di cui l'uomo non è autore. La ragione corre anch'essa sul filo del mistero della fede e non è intenzione della fede far agire l'uomo contro la ragione. «Dio, se è Dio, non è un padrone dispettoso e capriccioso. Non assoggetta l'uomo a sé con la violenza. Affida invece alla sua ragione e alla sua volontà, alla sua piena umanità, il compito di riconoscerLo e di accoglierLo liberamente».
Ragione non vuoi dire "dimostrazione" tout court. A partire da Descartes ci siamo abituati a considerare come unica valida forma di conoscenza il modello matematico dimostrativo. Ma la ragione si trova priva di argomentazioni di fronte ad assillanti problemi come quello della finitezza della vita. Esistono cose che non possono essere dimostrate perché sono a monte di ogni dimostrazione, come, appunto, il dato irriducibile del dono della vita, dell'essere, del mio "ego cogito". Il cristianesimo non contraddice la dimensione naturale ragionevole dell'uomo, aggiunge semmai un messaggio importante che rende la natura stessa più "razionalmente comprensibile".
La dimensione del senso comune, dell'esperienza condivisa attorno al "senso religioso", fa maturare una fiducia che richiede certamente l'accettazione della testimonianza di chi ha visto Gesù Cristo; ma pur richiedendo questo libero assenso, è essa stessa luogo di relazione con il divino.
«Dio, se è Dio, ha rispetto della Sua creatura. Egli non è un Padrone che da all'uomo
dei compiti e poi rovescia tutto quello che quest'ultimo ha ottenuto con fatica». Ecco quindi che non esiste contraddizione tra ragione e fede, anzi la ragione è fondamentale per non scivolare in pericolosi fìdeismi che sfociano nel fanatismo.(S.L.) (Agenzia Fides 25/7/2008)


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