AFRICA/REPUBBLICA CENTRAFRICANA - "Ora il dialogo all'insegna della tolleranza e del rispetto reciproco" chiedono i Vescovi dopo l'accordo di pace tra governo e i due principali gruppi ribelli del Paese

lunedì, 23 giugno 2008

Bangui (Agenzia Fides)- "Auspichiamo e chiediamo che il dialogo politico rispetti le condizioni stabilite e sottoscritte da tutte le parti". E' l'auspicio dei Vescovi della Repubblica Centrafricana all'indomani dell'accordo di pace sottoscritto dal governo centrafricano e da due gruppi di ribelli del nord, in un comunicato diffuso domenica 22 giugno. L'accordo globale di pace, che dovrebbe contribuire a rilanciare il dialogo nazionale e a spianare la strada per la risoluzione della crisi di sicurezza e finanziaria, è stato firmato il 21 giugno a Libreville, capitale del Gabon, il cui Presidente, Omar Bongo, ha mediato tra le parti.
Le intese, che seguono precedenti accordi di pace separati tra ciascun gruppo di ribelli e il governo (vedi Fides 15/5/2008), è stato firmato dall'Armée Populaire pour la Restauration de la Démocratie (APRD), presieduto dall'ex Ministro della Difesa Jean-Jacques Demafouth, e dall''Union des Forces Démocratiques pour le Rassemblement (UFDR).
Un terzo gruppo ribelle, il Front Démocratique du Peuple Centrafricain (FDPC) d'Abdoulaye Misaine non ha firmato il testo.
L'accordo di pace tra i movimenti ribelli e il governo è considerato un requisito indispensabile per l'organizzazione del cosiddetto "dialogo politico inclusivo", che deve raccogliere tutte le parti centrafricane (governo, ribelli, opposizione pacifica e gruppi della società civile) per far uscire il Paese dalla crisi e pacificare l'intera nazione.
I Vescovi auspicano che questo dialogo "si svolga all'insegna della ricerca delle vere soluzioni, in uno spirito di tolleranza, di rispetto reciproco e di riconciliazione".
Il Centrafrica è uno dei Paesi più poveri del mondo, anche se dispone di risorse naturali non trascurabili. Negli ultimi anni anche la Repubblica Centrafricana ha risentito della grave situazione nel confinante Darfur. Nel Paese infatti sono stati accolti decine di migliaia di rifugiati della tormentata regione sudanese, i cui campi di raccolta sono oggetto di attacchi da parte delle milizie provenienti da oltre confine. Per la loro protezione è in fase di dispiegamento un contingente militare dell'Unione Europea in Centrafrica ed in Ciad. (L.M.) (Agenzia Fides 23/6/2008 righe 26 parole 366)


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