AFRICA/GUINEA - Dopo gli scontri tra militari e poliziotti ora è il turno degli insegnanti a scendere in piazza

venerdì, 20 giugno 2008

Conakry (Agenzia Fides)- E' almeno di 10 morti il bilancio degli scontri tra i militari e i poliziotti in rivolta nella Repubblica di Guinea. I poliziotti protestano per i mancati pagamenti degli stipendi. Un'analoga protesta dei soldati era stata risolto dopo che il Presidente Lansana Conté era intervenuto personalmente per assicurare la truppa che gli arretrati sarebbero stati pagati.
Seguendo l'esempio dei militari, anche i poliziotti sono scesi in piazza a protestare. In questo caso proprio quelle stesse truppe che due settimane fa avevano creato caos e disordine nel Paese sono intervenute per assalire i posti di polizia occupati dai rivoltosi. Oltre ai morti e ai feriti, negli assalti si sono avuti saccheggi da parte dei militari. La stampa locale afferma che sono stati visti camion dell'esercito trasportare mobili ed altri beni dai posti di polizia. Sono state anche saccheggiate le proprietà civili nei pressi dei commissariati. Con il pretesto di arrestare i poliziotti che cercavano di nascondersi in borghese, sono stati creati posti di blocco nei quali i civili ne fanno le spese. Una situazione simile a quella verificatasi durante l'ammutinamento dei militari nelle precedenti settimane e denunciata anche da fonti della Chiesa locale contattate dall'Agenzia Fides (vedi Fides 30/5/2008). In un comunicato congiunto la Chiesa cattolica e le comunità protestanti hanno criticato l'uso sproporzionato della forza e il clima di violenza che si è instaurato nel Paese.
Il Presidente Conté ha ordinato la scarcerazione incondizionata degli agenti di polizia arrestati nei giorni scorsi e il generale Diarra Camara, Capo di Stato Maggiore, ha chiesto scusa alla popolazione civile per le "violenze delle scorse settimane". Contemporaneamente è stato varato il nuovo governo nelle cui liste vi è una timida presenza di esponenti dell'opposizione. Il nuovo esecutivo prende il posto di quello guidato dall'ex Premier Lansana Kouyate, destituito di recente dal Presidente Conté.
Ma le proteste non cessano: ora è il turno degli insegnanti a scioperare per reclamare il pagamento degli arretrati e un aumento salariale.
La crisi della Guinea è allo stesso tempo politica ed economica. Da un lato, vi è il desiderio della popolazione di un cambiamento reale del governo dominato dal Presidente Conté (al potere da oltre 20 anni), dall'altro l'esplosione dei prezzi dei generi di prima necessità ha aggravato le già precarie condizioni economiche degli abitanti. Le due crisi sono correlate: la corruzione e il malgoverno impediscono un reale sviluppo economico di un Paese che dispone di risorse importanti come la bauxite, dalla quale si ricava l'alluminio. (L.M.) (Agenzia Fides 20/6/2008 righe 30 parole 423)


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