AFRICA/UGANDA - Attesa per la firma dell’accordo di pace definitivo con la guerriglia del nord Uganda

venerdì, 28 marzo 2008

Kampala (Agenzia Fides)- “L’accordo di pace è stato raggiunto: si attende solo la firma del Presidente Yoweri Museveni e del capo dell’LRA, Joseph Kony. Si sperava di tenere la cerimonia della firma questa settimana ma poi è stata spostata al 5 aprile” riferiscono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale da Kampala, capitale dell’Uganda, dove il governo e l’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) sembrano intenzionati a mettere fine alla ventennale guerra nel nord del Paese (vedi Fides 25/2/2008) che ha provocato due milioni di sfollati e centinaia di migliaia di vittime civili.
Il 26 marzo i rappresentanti del governo di Kampala e quelli della guerriglia hanno firmato a Juba, capitale del sud Sudan, il cui Presidente svolge la mediazione tra le parti, il secondo accordo per l’attuazione e la verifica delle intese di pace, ultimo atto prima dell’accordo conclusivo che dovrà essere firmato dal Capo dello Stato ugandese e dal leader della formazione ribelle. La presenza di Kony alla cerimonia della firma è ancora incerta perché il capo dell’LRA vuole precise garanzie per uscire dal suo rifugio, prima fra tutte di non essere arrestato. Sul suo capo e su quello di altri dirigenti dell’LRA pende infatti un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale, che accusa la leadership della guerriglia nord-ugandese di crimini contro l’umanità. Per risolvere questa impasse il 19 febbraio 2008 le autorità ugandesi e l’LRA hanno firmato un accordo che prevede che i crimini commessi nella guerra civile saranno giudicati in via esclusiva da un’apposita sezione dell’Alta Corte di Giustizia ugandese, di fatto estromettendo la Corte Penale Internazionale.
Nonostante l’accordo sulla giustizia, Kony teme di essere deferito alla Corte dell’Aja e intende firmare l’accordo a Ri-Kwangba, una località a 100 km da Juba, diventata uno dei punti di raccolta dei combattenti della LRA, previsti dalle intese firmate in precedenza. Per cercare di vincere le sue resistenze proseguono le trattative a Juba, dove secondo fonti di Fides, si è recato anche S.E Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu, e uno degli esponenti più attivi dei leader religiosi Acholi che da anni contribuiscono agli sforzi di pace. La popolazione Acholi è la principale etnia del nord Uganda: sia i guerriglieri sia le loro vittime sono in gran parte Acholi. I leader religiosi e i capi villaggio Acholi svolgono un ruolo fondamentale nel cercare una soluzione di pace che tenga conto del contesto sociale e culturale dell’area.
Secondo la stampa locale alla cerimonia della firma dell’accordo di pace definitivo dovrebbero presenziare 5 Capi di Stato africani: Mwai Kibaki (Kenya), Jakaya Kikwete (Tanzania), Armando Guebuza (Mozambico), Thabo Mbeki (Sudafrica), Joseph Kabila (Repubblica Democratica del Congo) e Omar El-Bashir (Sudan).
Le intese prevedono il dispiegamento nel nord Uganda di una forza di pace dell’Unione Africana, composta in particolare da truppe sudafricane. La presenza di soldati stranieri in Uganda, sta però suscitando un acceso dibattito nel Paese.
L’impegno diretto dell’Unione Africana, dopo 20 anni di guerra civile, in gran parte ignorata dalla comunità internazionale, è certamente positivo ed è forse dettato anche dal fatto che la guerriglia dell’LRA sta diventando un problema regionale. Guerriglieri ugandesi sono stati segnati infatti nella Repubblica Democratica del Congo e in Centrafrica e vi sarebbero stati contatti tra l’LRA e il Sabaot Land Defence Force (SLDF) del Kenya (vedi Fides 11/3/2008). (L-M.) (Agenzia Fides 28/3/2008 righe 40 parole 545)


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