AFRICA/EGITTO - “Come missionari avvertiamo da anni l’astio di ambienti laicisti nei confronti della Chiesa cattolica”

giovedì, 17 gennaio 2008

Il Cairo (Agenzia Fides)-“Sono vicino al Santo Padre anche perché noi missionari sappiano cosa significa la discriminazione anche da parte di ambienti laicisti” dice all’Agenzia Fides p. Luciano Verdoscia, missionario comboniano che opera da anni al Cairo a contatto con i ragazzi che vivono a Mansheya, il quartiere dei raccoglitori d’immondizia (chiamati “Zabbaleen”).
“Sono anni che come missionari sentiamo un astio profondo nei confronti della Chiesa cattolica in quanto portatrice di una visione dell’uomo, originata da Dio, da parte di ambienti laicisti- continua p. Luciano- Parlo di laicisti e non di laici. Il vero laico è capace di dialogo; il laicista è invece chiuso in una sua visione ideologica che respinge il confronto con l’altro, e ragiona in base a un pregiudizio, senza tenere conto delle verità di fatto. Soprattutto sulle questione etiche, questi ambienti vogliono zittire la Chiesa cattolica, spesso senza ascoltare le sue posizioni. Si è così realizzato il paradosso che la Chiesa cattolica, accusata per anni, di essere chiusa al confronto viene discriminata da persone che a parole si reputano aperte al dialogo. La sfida attuale che deriva dall’immigrazione, dall’apertura delle frontiere e dalla società multiculturale e multireligiosa presuppone invece una grande capacità di dialogo e di ascolto dell’altro”.
“Vorrei inoltre chiedere a chi ha una posizione di pregiudizio nei confronti della Chiesa cattolica di venire a vedere cosa significa vivere in un vero regime confessionale: apprezzeranno e valorizzeranno la libertà di parole che esiste in occidente per tutti, anche per il Papa” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 17 gennaio righe 18 parole 227)


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