Pierangelo Giovanetti - "EUROPA, RELIGIONI, LAICITÀ", Dieci interviste - Edizioni Ancora

giovedì, 15 novembre 2007

Roma (Agenzia Fides) - Anche in Europa, travolta dalla rapida trasformazione per l'esplosione della civiltà delle reti, che muta radicalmente la natura della partecipazione, va diffondendosi l'idea che la religione costituisca una sorta di "terzo incomodo". È un'idea che trova il suo fondamento nella convinzione che una società possa essere pienamente democratica e plurale solo se nel rapporto tra diritti fondamentali del soggetto e Stato non si introducono altri elementi di mediazione o riferimento, come appunto le comunità religiose. L'origine di questa posizione si spiega in una sorta di reazione ad un'opposta corrente che, non distinguendo adeguatamente la sfera dello Stato e quella della religione, finiva con il limitare i diritti fondamentali della persona. Identificazione che non è un bene neppure per la religione: basti rileggere la storia della Chiesa nell'Ancien Regime in Europa o quella delle autocrazie che ressero il mondo arabo-musulmano durante i secoli della decadenza. Tuttavia la tesi che nega alle religioni ogni rilevanza pubblica in una società democratica plurale non regge ad un sereno vaglio critico. Lo si evince dalle interviste contenute in questo libro e lo dimostra la posizione di pensatori come Habermas e Bòckenfórde. (Dalla prefazione del Card. Angelo Scola). Gli intervistati: Charles Taylor, Hans Maier, Bronislaw Geremek, José Casanova, Krzysztof Pomian, Emmanuel Le Roy Ladurie, Leszek Kolakowski, Robert Spaemann, Zygmunt Bauman, Olivier Clement. (S.L.) (Agenzia Fides 15/11/2007 - Righe 16; Parole 225)


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