AFRICA/UGANDA - Le alluvioni costringono gli abitanti di Gulu, per anni vittime della guerra, a dipendere ancora dagli aiuti internazionali

martedì, 2 ottobre 2007

Kampala (Agenzia Fides)-“Le piogge hanno concesso una pausa ma le acque non si ritirano e buona parte del Paese è isolata perché le vie di comunicazione sono impraticabili” dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale dall’Uganda, uno dei Paesi più colpiti da una serie di inondazioni che hanno sconvolto vaste zone dell’Africa (vedi Fides 20, 21 e 24 settembre 2007).
“Le aree del Paese interessate dalle forti piogge sono quelle del nord-est e quelle centrali, dove il livello delle acque rimane alto” dicono le fonti di Fides. “I danni arrecati all’agricoltura sono enormi: in pratica si è perso un raccolto e nei prossimi mesi si avvertirà la mancanza di cibo. Le organizzazioni internazionali, l’Unione Europea, diversi Paesi stranieri stanno collaborando con il Programma Alimentare Mondiale nell’inviare aiuti d’urgenza e derrate alimentare, mentre il governo ugandese ha varato un programma d’emergenza”.
“L’Uganda è un Paese quasi autosufficiente a livello alimentare, a parte l’area di Gulu, dove la guerra civile condotta da 20 anni dall’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) ha costretto la maggioranza della popolazione civile a vivere in campi profughi, assistiti dal PAM e da altre organizzazioni internazionali, perché la situazione di insicurezza impedisce loro di coltivare il proprio appezzamento di terreno” ricordano le nostre fonti. “Purtroppo le inondazioni sono arrivate subito dopo che si è arrivati a stabilire una tregua nell’area, che ha permesso alla popolazione di tornare nei propri villaggi a coltivare i campi. Ma la pioggia ha distrutto il raccolto e diversi abitanti della zona sono stati costretti a ritornare nei campi profughi per trovare cibo. È certamente un danno enorme per queste persone che da anni anelano a ritrovare una vita normale” sottolineano le nostre fonti.
“La Chiesa si è attivata attraverso Caritas Uganda, che sta coordinando il lavoro delle Caritas locali e collabora con le diverse Organizzazioni Non Governative attive sul territorio” aggiungono le fonti. “Finora sono state risparmiate la capitale Kampala, l’ovest e la Provincia del Nilo occidentale, dove il livello delle acque del Nilo si è alzato ma il fiume non è straripato. Si temono però nuove piogge nei prossimi mesi che potrebbero colpire nuove aree del Paese” concludono le nostre fonti.
Nonostante i gravi danni all’agricoltura e alle infrastrutture, il Ministro delle Finanze ugandese ha affermato che le previsioni di crescita dell’economia del Paese saranno rispettate. Parlando con i giornalisti a Dar es Salaam, in Tanzania, dove partecipa al Meeting “Aid for Trade” (vedi Fides 1° ottobre 2007), il Ministro Ezra Suruma si è detto fiducioso che l’economia ugandese crescerà quest’anno del 7%. Il Ministro ha precisato che i danni provocati dalle piogge sono stati considerevoli, tra l’altro sono andati distrutti 30 ponti, ma ha aggiunto che il massiccio incremento della portata dei fiumi aiuterà l’Uganda a superare la crisi energetica che colpisce da tempo il Paese. Le centrali idroelettriche infatti ora funziona a regime e il governo intende costruire nuovi impianti nell’immediato futuro. (L.M.) (Agenzia Fides 2/10/2007 righe 35 parole 489)


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