Attivato un ambulatorio per la valutazione del disagio nei minori immigrati presso l’Ospedale Fatebenefratelli - Isola Tiberina di Roma

venerdì, 23 marzo 2007

Roma (Agenzia Fides) - Un aiuto concreto per i ragazzi stranieri che vivono in Italia: hanno problemi di integrazione e non riescono a comprendere la propria cultura di origine
I dati Istat (2001) attestano che negli ultimi anni il numero degli alunni stranieri nelle scuole italiane è cresciuto notevolmente: 147.406 di cui 24.300 solo nella città di Roma. La presenza di popolazione immigrata in Italia ha incrementato la domanda di aiuto in ambito assistenziale, soprattutto in quello psichiatrico: spesso, infatti, gli utenti immigrati presentano disturbi di questo tipo acutizzati dal processo migratorio e identificati soprattutto tra gli adolescenti. Si tratta di problematiche derivanti da conflitti generazionali tra genitori immigrati di prima generazione e i loro figli, che soffrono di problemi di identificazione: vorrebbero distinguersi dalla famiglia di origine ma hanno difficoltà ad identificarsi con i loro coetanei italiani.
Proprio per rispondere a questi nuovi bisogni assistenziali, l’Unità Operativa di Psichiatria dell’Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina ha attivato un nuovo servizio: si tratta di un ambulatorio per la valutazione del disagio nei minori immigrati, attivo tutti i lunedì mattina dalle ore 8.30 alle 13.30. Il servizio è accreditato dal SSN e gestito da uno staff multidisciplinare e multiculturale, composto da psicologo, psichiatra e da un antropologo culturale. Scopo quello di fornire un supporto agli adolescenti disagiati, aiutandoli a tradurre e a interpretare il proprio disagio, e ai loro genitori per favorire il dialogo e l’integrazione.
Visita specialistica (psichiatrica e psicologica), valutazione multisciplinare, terapie brevi di supporto e di elaborazione del disagio sono i servizi erogati dall’ambulatorio: in condizioni di gravità psicopatologica si può ricorrere anche a terapie farmacologiche o al ricovero. (AP) (23/3/2007 Agenzia Fides; Righe:23; Parole:291)


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