Il furto dei camici… neri. Come affrontare l’esodo dei medici dai Paesi in via di sviluppo. Sabato 24 marzo a Padova, appuntamento con i “Saturday di Medici con l’Africa Cuamm”

giovedì, 22 marzo 2007

Roma (Agenzia Fides) - Etiopia: 70 milioni di abitanti e 7 specialisti ortopedici in tutto il paese. Mozambico: 2 medici ogni 100.000 persone. La carenza di personale sanitario qualificato è particolarmente grave nell’Africa sub-sahariana, dove 24 paesi su 47 hanno solo una scuola di medicina e 11 non ne possiedono alcuna. Ma non è solo un problema di formazione. Sono migliaia gli infermieri e i medici africani che ogni anno lasciano i loro paesi di origine per andare a lavorare nel nord del mondo.
Una “fuga di cervelli” che sta facendo collassare interi sistemi sanitari. Come arrestarla? Lo spostamento di professionisti della salute dalle aree rurali alle aree urbane, e dai paesi del Sud a quelli del Nord del mondo ha raggiunto, negli ultimi anni, proporzioni estreme. E non è solo una questione di denaro. Alla frustrazione economica, si aggiunge lo sconforto determinato dal confronto quotidiano con il peso di morti evitabili: se solo ci fossero i farmaci e le soluzioni per la reidratazione orale, se si potesse disporre di una macchina per le radiografie. Si alimenta così un circolo vizioso che, insieme ai buchi di organico lasciati dalle molte morti per Aids tra il personale, sta portando al collasso interi sistemi sanitari africani.
Quali sono le cause di questa fuga? Quali gli approcci strategici alla gestione del fenomeno e le possibili vie d’uscita? Il dibattito si terrà sabato 24 marzo a Padova.
(AP) (22/3/2007 Agenzia Fides; Righe:19; Parole:263)


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