AFRICA/UGANDA - Morta in esilio l’ispiratrice dell’Esercito di Resistenza del Signore

venerdì, 19 gennaio 2007

Kampala (Agenzia Fides)- L’ispiratrice dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA), Alice Lakwena, è morta nel campo profughi di Dadaad, nel nord del Kenya, nei pressi del confine tra i due Paesi, dove viveva in esilio da 18 anni. Negli anni ’80 del secolo scorso Alice Auma assunse il cognome Lakwena, che nella linga Acholi significa “messaggero”, fondando il “Movimento dello Spirito Santo”.
Sotto la sua guida, nel 1986, il “Movimento dello Spirito Santo” avviò una guerriglia nel nord Uganda. Il gruppo forte di 7mila persone venne sconfitto dalle truppe governative nel 1987, in una serie di scontri che lasciarono sul terreno circa 5mila ribelli. Le cause della pesante sconfitta sono da ricercarsi nelle pratiche “magiche” di Lakwena, che cospargeva i propri combattenti di un “olio miracoloso” che avrebbe dovuto proteggerli dalle pallottole nemiche. Dalle ceneri del “Movimento dello Spirito Santo” è nato, nel 1989, il LRA che è guidato da Koseph Kony, un cugino di Alice Lakwena.
L’LRA e il suo predecessore, il “Movimento dello Spirito Santo”, sono nati come risposta alla presa di potere del Presidente Yoweri Museveni, che nel 1986 aveva rovesciato una giunta militare formata in gran parte da ufficiali Acholi. Gli ex militari di questa etnia, rifugiatisi in Sudan, hanno dato vita ad alcuni movimenti di guerriglia, il cui ultimo rappresentante è l’LRA.
Nel 2004 si era diffusa la voce che Alice Lakwena avesse avviato un tentativo di mediazione tra l’LRA e il governo di Kampala (vedi Fides 28 aprile 2004), senza però che la trattativa avesse un seguito apparente.
Solo nel 2006 l’LRA ha avviato colloqui con i rappresentanti governativi ugandesi grazie alla mediazione delle autorità del Sudan meridionale. Di recente però le trattative sembrano segnare il passo per la richiesta della guerriglia di spostare la sede dei colloqui in Kenya (vedi Fides 12 gennaio 2007). Il vero nodo del contendere è la richiesta di arresto dei leader del movimento da parte della Corte Penale Internazionale, con l’accusa di crimini contro l’umanità. Ieri, 18 gennaio, l’LRA ha annunciato di volere inviare nei prossimi giorni una delegazione all’Aja, sede della Corte, perché “ascoltino la nostra storia” ha dichiarato Vincent Otti, il numero 2 del movimento.
Le organizzazioni umanitarie che operano nel nord Uganda hanno rivolto un appello al governo e alla guerriglia perché riprendano al più presto le trattative. Una riapertura delle ostilità farebbe precipitare di nuovo nel terrore la popolazione locale che sta sperimentando da poco i benefici della tregua. Centinaia di migliaia di sfollati sono tornati infatti nei loro villaggi, ma nei campi profughi rimangono ancora almeno 1 milione 400mila persone. (L.M.) (Agenzia Fides 19/1/2007 righe 37 parole 469)


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