ASIA/TAILANDIA - “Dieci anni di lotta per i diritti dei malati e soprattutto dei bambini indifesi”: una testimonianza dal Camillian Center di Rayong

lunedì, 8 gennaio 2007

Rayong (Agenzia Fides) - Padre Giovanni Contarin, responsabile del Camillian Center di Rayong, in Tailandia, che si occupa dei bambini sieropositivi, ha inviato a Fides una testimonianza sulla vita del Centro fondato dieci anni fa.
“In genere si raccontano i successi” premette il missionario, “ma sappiate che anche le difficoltà ed i problemi sono parte della nostra missione tra i malati di HIV/AIDS. Grazie al sostegno solidale abbiamo raggiunto obiettivi invidiabili. A tutt’oggi abbiamo inserito 36 dei nostri 54 bambini orfani sieropositivi nella scuola pubblica, in otto scuole diverse, dalla elementare alla scuola professionale. Sono bravi a scuola e contenti di sentirsi parte della società che li aveva discriminati. La loro età varia dai 6 ai 19 anni. Purtroppo alcuni di loro sono arrivati tardi, altri stanno lottando con risultati ottimi, noi cerchiamo di dare il meglio delle cure mediche e di creare un ambiente familiare dove i bambini abbiano a prendere forza per credere in se stessi e sorridere anche nella malattia”.
“Nel mese di giugno - prosegue P. Giovanni - abbiamo celebrato i 10 anni dell’apertura del Camillian Center Rayong; dieci anni di lotta per i diritti dei malati e soprattutto dei bambini indifesi, siamo diventati ‘voce di chi non ha voce’ e abbiamo creato un modello di cura, educazione ed assistenza che si è propagato a tutto il paese coinvolgendo migliaia di bambini sieropositivi e malati di AIDS”.
“Lo scorso mese di agosto abbiamo aperto un nuovo edificio di 1.200 metri quadrati per gli adolescenti orfani e sieropositivi. Si chiama Independent Living Center e si trova a Map Taput, a 4 km dal Camillian Center. Al momento ci sono 14 giovani dai 13 ai 19 anni e, con il nuovo anno scolastico, contiamo di arrivare a 20. Sono tutti contenti di essere indipendenti, di andare a scuola con i mezzi pubblici, di gestire la loro malattia da protagonisti, di essere dei ‘vincitori’.
Al Giardino dell’Eden, che dista 40 km dal Centro Camilliano, ci sono 30 adulti e cinque bambini sani con la loro madre sieropositiva. Qui vengono accolte persone sieropositive senza una dimora, capaci di gestirsi producendo lavoretti fatti a mano, dedicandosi all’agricoltura e all’allevamento degli animali. Sempre a Eden stiamo costruendo una casa per un gruppo di malati con problemi mentali e per i volontari. I residenti ad Eden riescono ad essere finanziariamente indipendenti al 70% e a gestire la propria cura in collegamento con il vicino ospedale distrettuale. Il coordinatore delle attività, pure sieropositivo, è sempre in contatto con l’ufficio di coordinamento regionale che abbiamo aperto a Map Taput 5 anni fa, e che fa capo a 54 associazioni di sieropositivi, per un totale di circa 7.000 iscritti.
Nel 2006 sono stati ottenuti 50 letti per gli ammalati in cure palliative, e sistemati 116 malati. Un team di 15 persone costituito da ex malati, giovani camilliani e volontari, assiste con competenza ed amore i malati che hanno sempre più sintomatologie mentali e che rendono sempre più difficile l’assistenza e l’accompagnamento alla morte”.
“L’impegno nel campo della educazione alla prevenzione e protezione dal virus HIV fa pure parte delle nostre attività giornaliere”, sottolinea padre Contarin. “Un team di 5 persone è sempre in contatto con gruppi di studenti e lavoratori. Siamo inseriti attivamente in 62 scuole, 114 fabbriche, e 11 distretti; possiamo toccare con mano la diminuzione del numero delle nuove infezioni e dei bambini nati con HIV”. (GC/AP) (8/1/2007 Agenzia Fides; Righe:45; Parole:582)


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