ASIA - 62 morti per l’influenza aviaria sui 121 casi notificati nei paesi dell’Asia sudorientale: un virus temibile ma incostante

venerdì, 27 ottobre 2006

Roma (Agenzia Fides) - Dopo due inverni ed un terzo che si avvicina, il ceppo del virus H5N1, quello dell’influenza aviaria, ancora non è cambiato e fortunatamente non è arrivato a trasmettersi da uomo a uomo, né tanto meno a svilupparsi in vera pandemia.
Questo è quanto sostengono gli esperti di sanità pubblica dell’Asia sudorientale che affermano che il virus sta cambiando nel modo previsto, ma non in maniera critica o preoccupante.
Cambogia, Indonesia, Tailandia e Vietnam sono gli unici paesi del mondo dove sono stati registrati decessi tra gli esseri umani causati da questa infezione. Dalla fine del 2003, sono morte 62 persone sui 121 casi notificati. Sempre Cambogia, Cina, Corea del Sud, Indonesia, Giappone, Laos, Pakistan, Vietnam, Tailandia e Taiwan sono i paesi contagiati. Nelle ultime settimane sono stati individuati casi anche in Grecia, Gran Bretagna, Romania e Russia.
Il Vietnam è il paese più colpito, con 41 morti su 91 casi, seguito da Tailandia, Indonesia e Cambogia.
Dei 15 sottotipi di influenza aviaria, l’H5N1 è particolarmente preoccupante perchè si trasforma rapidamente ed è soggetto ad acquisire i geni di altri virus che contagiano altre specie animali. Per adesso, il virus a causa del ritmo dei cambiamenti “incostanti” ai quali è soggetto, continua ad essere appena una minaccia ma non è sufficientemente forte e veloce da scatenare una catastrofe. L’OMS ha affermato che il virus può sopravvivere nell’aria a temperature fredde. Nell’acqua, resiste fino quattro giorni a 22 gradi, e 30 fino a zero gradi.
Già nel 1918 un virus con caratteristiche simili, che si trasmetteva dai volatili agli esseri umani, sfociò in una epidemia influenzale che uccise 50 milioni di persone in tutto il mondo.
Quando nel 1997 sono stati individuati i primi casi umani e la morte di sei delle 18 persone che avevano contratto la malattia, il governo di Hong Kong dispose la soppressione di tutti i volatili da cortile, che allora erano 1,5 milioni in totale.
L’influenza del pollo, o aviaria, o avicola, contagia tutti i tipi di uccelli causando arrossamento degli occhi e danni al fegato. Negli esseri umani contagiati, i primi sintomi sono febbre e tosse, calo della pressione e del livello dei globuli rossi. (AP) (27/10/2006 Agenzia Fides; Righe:32; Parole:383)


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