AMERICA/BRASILE - “L'unico gol che conta è la demarcazione delle nostre terre” dicono gli indigeni

mercoledì, 11 giugno 2014

Mato Preto (Agenzia Fides) – "Per noi indigeni, l'unico gol che conta è la demarcazione delle nostre terre": questa la dichiarazione di Sonia Guajajara, coordinatrice dell’associazione che riunisce i popoli indigeni del Brasile, dopo l'incontro avuto a fine maggio con i Presidenti di Camera e Senato. Ancora una volta i politici avevano promesso di agire a loro favore, ma trascorsi più di 10 giorni, non si vedono risultati concreti. Anzi, di fronte al fallimento dei cosiddetti "tavoli di dialogo", il ministro Cardozo ha adottato un termine giuridico/politico "ajuste de direitos" (sistemazione dei diritti), che in pratica riduce la terra della comunità Guarani del Mato Preto, da 4.000 a 600 ettari. In caso di rifiuto della proposta, la situazione resterebbe invariata. Chiamati a scegliere, i Guarani del Mato Preto sono ben consapevoli di cosa significherebbe questo per la loro vita e quindi non sono daccordo.
Secondo la nota inviata a Fides dal CIMI (Consiglio Indigenista Missionario), non è la prima volta che si cercano di calpestare i diritti degli indigeni e di espropriarli dalle loro terre. “Questa è una pratica coloniale di cinque secoli” afferma il comunicato, cambiano solo i nomi dei protagonisti, che non hanno scrupoli o preoccupazioni riguardo ai diritti umani, alla giustizia, alle reazioni degli indigeni, solo la forza prevale e si impone lo stato d'ingiustizia.
Per questo motivo, i gruppi indigeni hanno minacciato di farsi sentire durante lo svolgimento dei Mondiali di calcio. Secondo le ultime notizie, hanno già proposto mobilitazioni in 3 stati dove si svolgono le partite: Sao Paulo, Paraná e Rio Grande do Sul. Sempre dalla nota del CIMI si apprende che altri gruppi per la difesa dei diritti umani si sono offerti per sostenere la causa con manifestazioni nel paese. (CE) (Agenzia Fides, 11/06/2014)


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