ASIA/TERRASANTA - Il Vescovo Shomali: smentito in tribunale ogni consenso della Chiesa al Muro nella valle di Cremisan

mercoledì, 13 febbraio 2013

Gerusalemme (Agenzia Fides) – “Gli avvocati dell'esercito israeliano hanno detto che il percorso del Muro di separazione nella valle di Cremisan aveva avuto il sonsenso della Chiesa. Ma questo argomento chiave della loro deposizione davanti ai giudici è stato smentito alla radice: non c'è mai stato nessun tipo di approvazione, né esplicita né implicita, da parte dei salesiani o del Vaticano”. Così il vescovo William Shomali, Vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme, riferisce all'Agenzia Fides un passaggio importante dell'udienza svoltasi ieri a Tel Aviv sul caso che oppone famiglie cristiane palestinesi e suore salesiane all'esercito israeliano sul percorso del Muro di separazione voluto nell'area di Betlemme dalle autorità israeliane.
All'udienza – che ha visto il vescovo Shomali presente, insieme con diversi sacerdoti del Patriarcato - i rappresentanti legali delle parti in causa hanno esposto per l'ultima volta i loro argomenti davanti a tre giudici donne della sezione speciale d'appello della Corte di giustizia di Tel Aviv. Gli avvocati delle 58 famiglie palestinesi e delle suore salesiane titolari della scuola elementare dislocata nella valle, con l'ausilio di carte e materiale topografico, hanno documentato che il percorso del Muro voluto dall'esercito danneggia gravemente i propri assistiti, proponendo un percorso alternativo più vicino alla frontiera del 1967 tra Israele e Cisgiordania. “I giudici – racconta a Fides mons. Shomali – davano l'impressione di ascoltare con grande interesse i loro argomenti”. I rappresentanti dell'esercito israeliano hanno invocato le ragioni della sicurezza nazionale, e hanno fatto riferimento a precedenti approvazioni del percorso venute da ambienti e soggetti ecclesiali. Argomento smentito con decisione dagli avvocati della controparte. Oltre al vescovo e ai sacerdoti, all'udienza hanno assistito anche i rappresentanti diplomatici di Francia, Germania, Norvegia e Onu. “Adesso – conclude il Vescovo Shomali – aspettiamo la sentenza. Preghiamo che sia resa giustizia alle suore e alle famiglie che rischiano di perdere i propri terreni agricoli”. Se il ricorso verrà respinto, la causa verrà riproposta davanti alla Corte Suprema d'Israele. (GV). (Agenzia Fides 13/2/2013).


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