ASIA/INDONESIA - La comunità cattolica in preghiera per la sorte dei tre cattolici indonesiani condannati a morte: nuove speranze per la loro liberazione

venerdì, 26 maggio 2006

Roma (Agenzia Fides) - Preghiera e sensibilizzazione culturale: sono questi i binari su cui è impegnato il neonato “Comitato Giustizia e Pace” formato dalla comunità cattolica indonesiana in Italia. il gruppo è formato soprattutto da religiosi e seminaristi che si trovano in Italia per gli studi teologici, ma che vedono la loro presenza in Italia come una preziosa opportunità per collegarle le urgenze della Chiesa indonesiana con la Santa Sede e la Chiesa universale.
Attualmente il Comitato è molto attivo nella difesa dei tre fedeli cattolici indonesiani, Fabianus Tibo, Marinus Riwa e Dominggus da Silva, condannati a morte nell’isola indonesiana di Sulawesi, ma innocenti.
Ieri sera, 25 maggio, il gruppo si è riunito per pregare per la salvezza dei tre nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, condividendo un momento di preghiera e riflessione con la Comunità di Sant’Egidio. Oltre alla preghiera, le sensibilizzazione culturale va avanti, insieme con la campagna per una moratoria della pena di morte in Indonesia. Incontri di preghiera e manifestazioni pacifiche per l’abolizione della pena di morte si sono tenute nelle scorse settimane in diverse parti dell’arcipelago indonesiano: a Giacarta, Flores, Medan, Sulawesi. I cattolici indonesiani intendono diffondere sempre più l’idea del rispetto della vita, nella sua sacralità, e la richiesta di abolire dall’ordinamento legislativo nazionale la pena capitale.
Intanto nel caso dei tre cattolici indonesiani, condannati ingiustamente per un omicidio che non hanno commesso, le speranza continuano a crescere. Infatti il Ministero indonesiano per le Politiche di Sicurezza ha ordinato un supplemento di indagini per fare chiarezza sul caso, e ha inviato a Poso (la città interessata dalla vicenda) un Commissario di un’altra provincia. Le indagini del nuovo Commissario hanno confermato i risultati già ottenuti dalla polizia locale, che scagionano completamente i tre cristiani. A questo punto la comunità cattolica spera in una risoluzione favorevole del caso, con la liberazione dei tre, anche se motivi politici potrebbero intralciare questo percorso.
La Chiesa indonesiana, con altre organizzazioni della società civile, si è prontamente attivata per manifestare e sostenere la liberazione dei tre. “E’ una questione di giustizia, è un’opera umanitaria, non certo una questione di difesa a priori di correligionari. Alziamo la voce e intanto preghiamo per loro e per le loro famiglie”, ha detto di recente p Patrizio Pa, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Indonesia. Intanto, alla luce dei risultati delle nuove indagini, una seconda richiesta di grazia è stata inviata al Presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, dopo che, nei mesi scorsi, il Presidente aveva già respinto la prima richiesta.
Fabianus, Dominggus e Marinus, abitanti nell’isola di Sulawesi, sono stati arrestati nel 2000, con l’accusa di omicidio nel corso dei disordini a sfondo religioso che insanguinarono la città di Poso nello stesso anno. Il 5 aprile 2001 sono stati condannati a morte dal tribunale regionale di Palu. (Agenzia Fides 26/5/2006 righe 29 parole 292)


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